CATANIA. Settecentottantamila euro di rimborsi ai datori di lavoro in poco più di tre anni. È questo il costo dei consiglieri comunali che, per seguire commissioni e sedute di consiglio, sono stati “costretti” a non andare a lavorare. Il costo ricade sulle tasche dei cittadini ed è tutto previsto dalla legge: il consigliere ha diritto, oltre all’indennità, allo stipendio che normalmente avrebbe percepito lavorando. Ce ne sono due, però, che sono stati assunti dopo l’elezione a Palazzo degli Elefanti: Manlio Messina e Tuccio Tringale, infatti, sono stati assunti nel 2010, due anni dopo essere approdati in consiglio comunale. Nell’elenco, ovviamente, non ci sono solo loro. Geometri, impiegati di banca, insegnanti nel settore della formazione professionale, ma anche piccoli imprenditori: i consiglieri comunali si dedicano molto alle commissioni, per le quali vale il gettone di presenza di 40 euro netti, un po’ meno si appassionano alla sedute del consiglio comunale: negli ultimi anni sono state circa 4-6 al mese. Il totale dell’indennità netta, secondo il consigliere Vincenzo Parisi, si aggirerebbe “intorno a 1.600 euro, 1.700 per chi è disoccupato”. Una cifra destinata ancora a ridursi: “Adesso – aggiunge Parisi – scatterà una nuova riduzione del 30% dei compensi, quin- di non navighiamo proprio nell’oro”. Quel che non arriva dai gettoni, però, può arrivare da un datore di lavoro esterno. La legge, infatti, prevede che i consiglieri con un lavoro “normale” ricevano ugualmente lo stipendio, che poi viene rimborsato all’impresa dall’ente pubblico. In queste condizioni si trovano nove consiglieri comunali.
Fra questi, appunto, Messina, consigliere del Pdl che ha iniziato a lavorare con la Pribel Snc nel 2010. In quell’anno, l’azienda ha ottenuto 4.295 euro di rimborsi, mentre nel 2011 le sono stati accreditati 36.379 euro e solo nel mese di gennaio e febbraio 2012 sono arrivati altri 6.285 euro. Il totale è di 46.959 euro.
L’azienda si occupa di prodotti alimentari e artigianali. “Realizziamo sughi pronti al nero di seppia, pasta con le sarde, con le vongole, tonno e i classici sughi alla norma, all’arrabbiata, è un’azienda in forte crescita che ha sede a Belpasso”, spiega Messina a “S”. L’assunzione è arrivata dopo una con- sulenza nel 2009. Poi Messina è stato assunto come direttore commerciale: “Viene applicato il contratto collettivo di lavoro. Grazie al mio contributo, l’azienda ha quintuplicato il fatturato e adesso siamo fornitori degli hard discount, e degli ipermercati del Gruppo Abate, Aligrup ed Sd Discount”. Insomma: non è uno stipendio “inventato”. “Quando ho iniziato – incalza Messina – l’azienda aveva sede in un appartamento ad Acireale, adesso abbiamo fatto i leasing, acquistato i macchinari. Abbiamo il pastorizzatore che sterilizza i vasetti, produciamo anche per grandi marchi”.
Il secondo consigliere assunto dopo le elezioni del 2008 è Tuccio Tringale, fuoriuscito da qualche settimana dal Mpa e costato 19.973 euro di rimborsi: 8.515 euro nel 2010 e 11.458 euro nel 2011. “Corrispondono a un netto – spiega Tringale – di circa 500 euro al mese, visto che sono un grande lavoratore e ho limitato le richieste di rimborso”. Ad assumere Tringale per conto dell’Anas sarebbe stata Obiettivo Lavoro, un’agenzia interinale. “Avevo le mansioni di geometra, il rapporto di lavoro è stato interrotto dopo poco più di un anno”.
Gli altri 7 consiglieri che percepiscono rimborsi, invece, avevano un posto di lavoro prima di approdare in municipio. Il costo del loro stipendio per le casse pubbliche ammonta a oltre 700 mila euro. A guidare la classifica è il consigliere Lanfranco Zappalà del Pd, quarantenne, dipendente del Credito Siciliano al secondo mandato di consigliere: durante la gestione Scapagnini è stato vicepresidente dell’assemblea. Il rimborso al Credito siciliano ammon- ta a 182.950 euro: 42.923 nel 2008, 41.308 nel 2009, 43.336 nel 2010, 42.038 nel 2011 e 25.588 euro tra gennaio e agosto 2012.
Il consigliere Bartolomeo Curia di Intesa per Catania si piazza al secondo po- sto con quasi 140 mila euro, rimborsati alla Algese Scarl: nel 2008 è costato 21.605 euro, nel 2009 37.008 euro, nel 2010 30.700, nel 2011 31.147 euro e nei primi sei mesi del 2012 16.125,46 euro. Segue Salvo Di Salvo, fedelissimo di Lino Leanza, fuoriuscito dal Mpa da poche settimane e costato, come dipendente della StMicroelectronics, 107.078 euro: 23.832 euro nel 2008, 20.754 euro nel 2009, 27.757 euro nel 2010, 27.240 nel 2011 e nel 2012, tra gennaio e marzo, è costato 7.497 euro. L’autonomista Giovanni Marletta, geometra, come dipendente della Società Interporti Siciliani, è costato 29.435 euro nel 2009, 33.204 nel 2010, 36.922 nel 2011. Il totale è di 99.561 euro. Al quinto posto si piazza Vincenzo Parisi, Mpa, dipendente dal 1985 dell’Asaform Enaip, per la quale si occupa dell’insegnamento ai portatori di handicap. Nel 2009 il suo impegno come consigliere comunale è costato 20.425 euro, nel 2010 21.815 euro, nel 2012 22.732 euro e, nel mese di gennaio 2012, 625 euro: il totale è di 65.597 euro. Rosario Trovato, dipendente della Dusty Srl, è costato 4.896 euro nel 2008, 24.820 nel 2009, 26.453 nel 2010, 2296 nel 2011 mentre non risultano rimborsi per il 2012. Il totale è di 58.465.
Al settimo posto si piazza Nello Musumeci, dipendente Unicredit, consigliere dal 2008, che ha iniziato ad ottenere il rimborso dello stipendio nel 2010, quando la sua opposizione a Stancanelli è costata 29.986 euro, nel 2010 10.895 euro, mentre nel 2012, tra gennaio e giugno, 17.475 euro. Il totale è di 58.356. A Manlio Messina e Tuccio Tringale, in questa classifica, spettano rispettivamente il penultimo e l’ultimo posto.