Impugnativa ex province, Asael: “Il problema non è l’elezione diretta” - Live Sicilia

Impugnativa ex province, Asael: “Il problema non è l’elezione diretta”

Massimo Greco e Matteo Cocchiara
La posizione di Matteo Cocchiara e Massimo Greco rispettivamente presidente ed esperto collaboratore dell’associazione
ENTI LOCALI
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“L’incompatibilità del lungo commissariamento degli enti intermedi siciliani acclarata dalla Corte costituzionale con la recente sentenza sul merito, consegna al legislatore regionale l’occasione per ripristinare le tradizionali regole di buon senso che dovrebbero essere rispettate allorquando si decide d’intervenire sugli apparati istituzionali in generale e su quelli dotati di autonomia locale in particolare”. A dichiararlo sono Matteo Cocchiara e Massimo Greco rispettivamente presidente ed esperto collaboratore dell’Asael, Associazione siciliana amministratori enti locali, dopo la recente pronuncia della Consulta su una delle ennesime proroghe dei commissari delle ex province siciliane.

“La paralisi generata a seguito della riforma degli enti intermedi, che all’evidenza dei fatti si è rivelata una terapia peggiore del male che si voleva curare – affermano dall’Asael –  cavalcando l’onda della cieca riduzione dei costi della politica, ha reso orfani i territori non metropolitani e soprattutto quelli interni, costringendo i Comuni ad improvvisare modelli associativi sprovvisti di adeguata visione di area vasta”.

Come già evidenziato in occasione del convegno sulle politiche di area vasta promosso dall’associazione il mese scorso ad Enna, per l’Asael “il problema prioritario per i territori non è quello di reintrodurre l’elezione diretta degli organi di governo nei sei liberi Consorzi comunali e nelle tre Città metropolitane, ma quello di dotarli di organi di governo, ancorché eletti con sistema di secondo grado. E ancora di dare loro adeguate funzioni amministrative ancora oggi affidate ad enti satellitari della Regione (Ato, Sevizi turistici, etc) e delle conseguenti adeguate risorse finanziarie”.

Per Cocchiara e Greco, servono inoltre, un’“adeguata facoltà a rimodulare i propri confini nel rispetto di quella “libertà consortile” sottesa al modello di area vasta previsto dall’articolo 15 dello Statuto siciliano e una riconosciuta autorevolezza istituzionale per il governo di tutte le politiche di area vasta promosse e da promuovere nel territorio di riferimento”.

Da qui il monito degli amministratori locali: “Se la scelta del legislatore è quella di affidare ai Comuni e ai loro Consorzi il governo delle aree vaste, bisognerà farlo senza continuare a sperimentare improbabili modelli bicefali che finiscono per essere puntualmente imbrigliati nelle strette maglie della Corte Costituzionale”.              


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