"In carcere le vittime del crack, chi lo spaccia meriterebbe l'ergastolo" - Live Sicilia

“In carcere le vittime del crack, chi lo spaccia meriterebbe l’ergastolo”

La durissima denuncia del cappellano del Pagliarelli

PALERMO- “La vera emergenza è la droga, il crack e altro che sta arrivando. In carcere incontro tante persone, con dipendenza, che hanno bisogno di aiuto. Questa è la piaga più profonda”.

Fra’ Loris D’Alessandro è il cappellano dell’istituto penitenziario Pagliarelli di Palermo. Lui si preoccupa di alleviare la sofferenza dei detenuti. Ogni giorno, non ogni tanto.

La sua esperienza ha una dimensione quotidiana, come la solidarietà che la sua assistenza spirituale e materiale suscita. Parlare di carcere – argomento attualissimo – significa anche descrivere una porzione di città. Quella che quasi nessuno vede.

Fra’ Loris, com’è la situazione al Pagliarelli?
“C’è lo stop delle attività trattamentali e della scuola per le ferie. Fa tanto caldo. Nonostante tutto, si cerca di mantenere la serenità, nel soccorso reciproco”.

Come ci si organizza per l’afa?
“Chi può compra un ventilatore. Chi non può, non può. La Caritas nazionale ha donato ottanta ventilatori per la sezione femminile. Il sovraffollamento, come accade ovunque, è un problema urgentissimo. Ma sa qual è il dramma davvero terribile?”.

Quale?
“La tossicodipendenza. Un mostro che aumenta le sue dimensioni sempre di più. Ci sono giovani con danni psichici gravissimi provocati dalla droga. Sono completamente disconnessi dalla realtà e dalle relazioni”.

E stanno in carcere?
“Secondo me, infatti, non dovrebbero. Anche se esistono dei programmi di sostegno, per fortuna. Magari hanno commesso un furtarello… Ecco, secondo me, dovrebbero andare in strutture idonee, perché, in certi casi, non si rendono nemmeno conto di vivere in una cella”.

Cosa fanno?
“Gridano, giorno e notte, si agitano, in un contesto già complicato. Il crack, con altre droghe di ultima generazione, è la peste di Palermo. Ce n’è tantissimo in circolazione. Io sono molto duro con chi lo spaccia, perché vende morte e sa di farlo. Uno che spaccia crack meriterebbe l’ergastolo”.

Qual è la speranza, Fra’ Loris?
“La solidarietà che si stabilisce nella disperazione. Il personale, mi riferisco gli agenti e a tutti, è sensibile e impegnatissimo. Si compie uno sforzo immane per andare avanti insieme”.


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