Inaugurata la marina di Siracusa | Ma era solo una... passeggiata - Live Sicilia

Inaugurata la marina di Siracusa | Ma era solo una… passeggiata

Presente anche il sottosegretario Faraone. Ma non si potrà attraccare: mancano luce e acqua.

 

Il taglio del nastro
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SIRACUSA – Bizzarro che proprio nella città di Archimede, il più famoso tra i principi del genio matematico siracusano stia mettendo in discussione l’utilità della nuova marina, inaugurata proprio stamattina alla presenza del sottosegretario Davide Faraone.

“Il corpo immerso in un liquido” in questo caso sono le imbarcazioni; in discussione è il cosiddetto pescaggio, ossia la parte di scafo immersa tra la linea di galleggiamento e il punto inferiore estremo della chiglia. In sostanza, l’unità di misura su cui si gioca la capacità di un porto di accogliere barche più o meno grosse: per gli operatori economici, discrimine di vigore all’economia locale. Ecco, per gli agenti marittimi è troppo basso: 4 metri e mezzo. “Prima era 7 metri”, dice Alfredo Boccadifuoco, tra i principali operatori del Mediterraneo. Inibizione che riguarderebbe “gli yacht grossi – spiega l’agente marittimo –, quelli che interessano alla città: di 80, 100 metri; e le barche a vela grosse, di 60 metri. Quello porterebbe economia, gli armatori più ricchi. Le barche di 20 metri non portano niente”.

Per il sindaco Giancarlo Garozzo, la cui Amministrazione non ha responsabilità (nel bene e nel male) nell’avvio dell’iter di costruzione del porto, la spiegazione è questa: “Il progetto è del 2006, non potevamo pensare di mettere in discussione tutta la fase progettuale: per noi l’obiettivo, viste le vicissitudini che rischiavano di porre questa opera pubblica tra le incompiute siciliane, era sbloccare i lavori e portarli a compimento. Per quanto ne so – ha proseguito – per le barche di una certa dimensione il posto giusto è il molo Sant’Antonio che sarà pronto a ottobre. È così da progetto, è così da sempre. Le barche a vela di 60 metri coprirebbero la visuale del porto della Marina. Un impatto che nell’altro molo non si creerebbe”.

Quando si parla di “vicissitudini di quest’opera”, si intende che nel 2010 la Procura dispose il sequestro di 93 cassoni che servivano per l’allungamento della banchina: ritenuti non idonei a perseguire il progetto iniziale, e perciò costruiti con calcestruzzo depotenziato. Ma dalla controperizia emerse che i manufatti erano in realtà conformi al progetto. Così il procedimento fu archiviato. Nel 2012 l’attuale Amministrazione ha pagato alla ditta le spese del primo trasferimento dei cassoni e del loro ritorno per la ripresa dei lavori: 4,3 milioni di euro. Quando si parla di altro molo, il Molo sant’Antonio, si intende il resto dei lavori, che infatti non sono terminati.

E qui c’è l’altro punto debole di quanto accaduto stamattina: cosa s’è inaugurato? L’apertura della banchina, utilizzabile per adesso solo come passeggiata. Ma inservibile per gli attracchi: mancano infatti gli allacci di luce e acqua, necessari per rifornire le colonnine e permettere finalmente l’attracco alle barche. Ma otto anni di peripezie, 28 milioni di fondi europei poi rifinanziati grazie al Fas (Fondo aree sottosviluppate), valevano comunque una passerella con il sottosegretario? La città s’è divisa tra critici e non, fino al solito degradare – per bocca governativa – di ogni pensiero critico a “gufata”. Ma a spiegare che di fatto i lavori non sono affatto terminati e che, se va bene, finiranno in autunno è lo stesso Rup del progetto, l’ingegnere del Comune Emanuele Fortunato: “È stata inaugurata l’apertura del passeggio – spiega – Rimangono i lavori di collegamento ai servizi di pubblica illuminazione e rete idrica. Saranno eseguiti lavori tra la banchina e la muraglia, scavi per portare la corrente elettrica alle colonnine. Quindi fino ad allora niente attracco yacht. Diciamo che di fatto è una consegna parziale. Dopo la marina l’impresa si concentrerà sul Molo Sant’Antonio e penso che il 2016 dovrebbe essere l’anno della conclusione definitiva. Pronti per la stagione 2017 delle navi da crociera”.

Insomma, lo spirito era inaugurare la passeggiata. E una passeggiata è quello che hanno fatto il sindaco Garozzo e il sottosegretario Faraone dopo aver tagliato il nastro. “Il governo – ha detto Faraone – si è impegnato in maniera importante perché c’era una scadenza che metteva a rischio i lavori. Devo dire – ha aggiunto – che è un periodo molto florido di investimenti e credo che questo sia l’importante per il Paese. Essere qui è una giornata di festa”. Presente anche il presidente della commissione Bilancio all’Ars, Enzo Vinciullo: “Non posso non esprimere soddisfazione per la conclusione positiva dei lavori progettati e iniziati quando ero vicesindaco della giunta guidata da Titti Bufardeci. Un’intuizione che è stata positiva per la città e che ci vede questa mattina tutti soddisfatti di aver contribuito alla realizzazione di quest’opera”. Dopo la passeggiata il sottosegretario all’Istruzione è sparito dentro gli Ipogei, opera di protezione antiaerea della II Guerra mondiale, oggi sito archeologico visitatissimo, che dalla Marina porta dritti a piazza Duomo. Una visita archeologica imprevista? No, una scorciatoia per raggiungere il sito che ospitava la presentazione del suo libro.

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