PALERMO – “Ancora una volta la Regione arriva tardi nella gestione degli incendi, mentre la Sicilia va a fuoco. Da marzo chiediamo al governo Musumeci di mettere in campo le attività di prevenzione antincendio ma finora nessun ufficio è in grado di dirci se sono state fatte. Solo la scorsa settimana è stato siglato il contratto di servizio aereo antincendio tra il Corpo forestale della Regione e un raggruppamento di imprese che consente di utilizzare sei veivoli antincendio. È costato 2 milioni 300 mila euro, ma solo due aerei su sei ad oggi sono operativi: uno nelle base di Geraci, l’altro a Caltanissetta. Gli altri quattro arriveranno in Sicilia solo giovedì e nel frattempo l’Isola viene devastata dai roghi”. Lo dicono i deputati regionali del M5S e componenti della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, Nuccio Di Paola, Stefania Campo e Valentina Palmeri, che chiedono al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro di riferire in Aula sull’emergenza incendi nell’Isola.
“Uomini e mezzi sono insufficienti – aggiunge Trizzino – . La Regione ha delle responsabilità precise, mentre i vigili del fuoco rischiano la vita nello svolgimento del proprio lavoro e puntualmente vengono lasciati soli nel fronteggiare le emergenze. “Vogliamo sapere quante risorse – aggiunge – la Regione ha stanziato per le attività di manutenzione e prevenzione degli incendi, quando e se sono partiti gli interventi, se sono stati realizzati in tempi ragionevoli, per quali ragioni è stato siglato solo il 19 luglio il contratto di servizio aereo antincendio e perché su 6 mezzi previsti solo due sono operativi”. “Anche su questo fronte – conclude – registriamo l’assoluta incapacità di questa amministrazione regionale nella gestione degli incendi – conclude – mentre aziende e cittadini subiscono danni economici e il patrimonio boschivo della Sicilia ancora una volta viene devastato”.
La protesta dei sindacati
“Tutto ciò che è stato previsto in termini di prevenzione e finanziato in tempi utili dal Governo, in realtà non è stato messo in pratica tant’è vero che la realizzazione dei viali parafuoco, ritenuta storicamente fondamentale dal presidente Musumeci, solo in alcune realtà raggiunge il 50%. Mentre i boschi bruciano i forestali 151isti e 101isti si avviano a completare la prima fase del loro impegno lavorativo ( a spezzatino) anziché rimanere nei boschi a presidiarli. Vengono cacciati a casa a fare compagnia ai 78isti che attraverso uno sforzo maggiore del Parlamento potevano essere tutti e 5 mila avviati nei boschi (anziché una piccolissima parte destinata, in gran parte, a pulire i fiumi)”, commenta il segretario generale Sifus Confali, Maurizio Grosso.
“E’ necessario – prosegue – che tutti gli addetti alla manutenzione vengano utilizzati per completare i viali parafuoco ( 78isti compresi) e per presidiare i boschi. Le squadre antincendio a differenza dello scorso anno non devono mettere il carburante di tasca propria ai mezzi e rischiare il sequestro dei mezzi medesimi per assenza di “assicurazione – RC”. Per il resto, poco o nulla è cambiato”.