Incendio Riserva 'Lago Soprano', distrutti 20 ettari di aree naturali

Incendio Riserva Lago Soprano, distrutti oltre 20 ettari di aree naturali

Conseguenze catastrofiche per la flora e la fauna: il Wwf chiede l'apertura di un'indagine
IL BILANCIO
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SERRADIFALCO (CL) – L’incendio – di probabile origine colposa – che sabato scorso ha colpito la Riserva naturale “Lago Soprano” di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, ha distrutto oltre venti ettari di aree naturali di grande pregio ambientale, con conseguenze catastrofiche per la flora e la fauna, anche di specie protette e rare. Lo dice il Wwf Sicilia Centrale, i cui volontari si erano subito recati sul posto per collaborare con le autorità ed i servizi antincendio.

Anche in questa tragica occasione il Wwf ha appurato la totale assenza di qualsiasi forma di gestione della riserva, inserita nel piano regionale dei parchi e delle riserve della Regione Siciliana nel 1991 ma istituita solo nel 2000, quando fu affidata alla Provincia regionale di Caltanissetta (oggi Libero Consorzio comunale) quale ente gestore: nessun responsabile presente alle operazioni di spegnimento; nessuna indicazione delle vie d’accesso per i mezzi antincendio; nessuna indicazione dei confini dell’area protetta; nessun concreto presidio di tutela.

“L’incendio che ha devastato il delicato ecosistema del lago poteva e doveva essere evitato – dice Ennio Bonfanti, presidente di Wwf Sicilia Centrale – per questo chiediamo l’apertura di un’indagine per “disastro ambientale” ai sensi del T.U.A. (Testo Unico Ambientale) n.152/2006: invieremo un articolato esposto alle autorità competenti per denunciare il disastro ecologico provocato dalle fiamme che hanno quasi interamente distrutto il folto canneto perilacuale, un habitat che ospitava numerose specie migratorie anche nidificanti, protette anche a livello comunitario ed internazionale”.

“La scomparsa della flora incendiata incide in maniera catastrofica anche sulla futura sopravvivenza delle principali componenti delle comunità biologiche – conclude Bonfanti – a cominciare dalla pressoché totale scomparsa dei macroinvertebrati, compromettendo la futura ricomparsa delle altre componenti faunistiche”.


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