PALERMO – Un inceneritore a Partinico, passi avanti verso lo stop. Mentre il Presidente della Regione Sicilia sceglie gli inceneritori come soluzione per uscire dall’emergenza rifiuti, Legambiente, i Comuni, le attività produttive del territorio e i cittadini dicono NO. Ne parliamo con l’onorevole dei Verdi Valentina Palmeri, vice Presidente Commissione IV – Ambiente, territorio e mobilità dell’ARS.
Qual è secondo lei la strada da percorrere, si possono trovare delle alternative all’inceneritore?
“Le alternative ci sono e sono indicate da anni. Tanti altri paesi hanno intrapreso la strada dell’economia circolare. Noi siciliani siamo oggi molto lontani da raggiungere gli obiettivi minimi di raccolta differenziata. E lo saremo ancora per molto se si prosegue nella strada tracciata dal Presidente della Regione che ha individuato nella realizzazione degli inceneritori la soluzione all’emergenza rifiuti, percorso che non consentirà mai di raggiungere gli obiettivi minimi della raccolta differenziata“.
I due inceneritori a regime dovrebbero smaltire un quantitativo di indifferenziata assai più elevato dei rifiuti producibili dalla Regione, qualora si arrivasse agli obiettivi della raccolta differenziata.
Qual è la situazione a Partinico?
“A Partinico, i problemi sono svariati, il piano regolatore del Comune è obsoleto e risale a più di 30 anni fa, non tiene conto della situazione odierna dei territorio, fortemente vocato al turismo a all’agricoltura, sono presenti tanti agriturismi biologici, troviamo nel territorio due centri abitati molto grandi come Partinico e Alcamo, a questo si aggiunge l’aggravante che si tratta di una scelta territoriale che non proviene da enti pubblici deputati ad individuare le aree idonee come le SRR.”
Quali azioni sta portando avanti?
“Ho fatto una richiesta di accesso agli atti, stigmatizzo proprio la mancata pianificazione a monte, e sottolineando il fatto che non si tiene conto della normativa in materia di appalti e la scelta viene lasciata in mano al privato che decide dove costruire e cosa costruire, non tenendo conto dei danni alla salute.”
Perchè secondo lei non si lavora per raggiungere gli standard europei?
“Sembrerebbe che ci sia la volontà di non uscire dall’emergenza. Le strade da prendere sono chiare. I Verdi Europa Verde viene accusato di essere quello del NO; in realtà siamo quelli del SI, perché spingiamo affinché si segua la strada maestra della raccolta differenziata e dell’avvio di atti volti a mettere in campo i processi dell’economia circolare”.
Ci avviciniamo alla fine del mandato dell’attuale governo, cosa chiede per le prossime elezioni?
“Mi auguro di avere un Presidente libero che abbia chiara la visione e le problematiche di cui stiamo parlando”.