PALERMO – “Da quanto abbiamo potuto apprendere dallo scarno ‘Rapporto preliminare ambientale redatto per l’avvio della procedura di scoping per l’approvazione dell’aggiornamento del piano rifiuti’, per il trattamento della frazione non riciclabile dei rifiuti urbani, il governo ha individuato soltanto gli inceneritori con recupero di energia come tipologia di impianti. Se ne individuano due con una capacità di trattamento ognuno di 250/300 mila tonnellate e si localizzano in aree industriali nell’area metropolitana di Palermo e di Catania. Si tratta di una scelta anacronistica”. Lo dice Franco Piro, a capo del dipartimento Economia del Pd siciliano.
L’intervento di Franco Piro
“Ormai – aggiunge Piro – esistono sul mercato impianti diversi dagli inceneritori, come quelli che prevedono trattamenti chimici a bassissime emissioni e sviluppano il recupero di materiali, come quello presentato alcuni mesi fa da una società alla Regione e proposto per Gela. Ma il governo non ne tiene alcun conto. Il governo non ha tenuto in alcun conto anche la novità decisa dalla Ue per quanto riguarda il sistema Ets, volto a ridurre l’emissione di gas serra in atmosfera, che ha individuato gli inceneritori tra quelli che potranno essere inseriti nel sistema dal 2028, visto che questi impianti emettono anidride carbonica fossile in misura anche tripla rispetto a altri impianti di produzione di energia”.
Le città “prescelte”
“Questo è molto probabile che avvenga, dopo che anche gli inceneritori con recupero di energia saranno soggetti all’acquisto di crediti di emissioni in compensazione della CO2 immessa in atmosfera, con un aumento dei costi di gestione – conclude Piro – che potrebbe portare al raddoppio delle tariffe oggi praticate. Tutto lascia prevedere che gli impianti saranno le città di Catania e di Termini Imerese le prescelte. Tutto ciò in violazione della legge che assegna alle Srr il compito di localizzare gli impianti e non tenendo conto di fattori quali la presenza di altri impianti inquinanti, di autosufficienza di quei territori in materia di smaltimento dei rifiuti. Ciò vale in particolare per Termini Imerese, la cui Srr sta realizzando un mega impianto per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e la cui area industriale è già soggetta a notevoli fonti di inquinamento. Le alternative agli inceneritori esistono e sono immediatamente praticabili. La Regione Siciliana segua l’esempio della Toscana optando per altre tipologie di impianti”.