"Interruzione di pubblico servizio" | Mille netturbini rischiano l'incriminazione - Live Sicilia

“Interruzione di pubblico servizio” | Mille netturbini rischiano l’incriminazione

Interruzione di pubblico servizio: mille netturbini a rischio incriminazione

I finanzieri stanno passando al setaccio i fogli di presenza, raccogliendo testimonianze, valutando chi ha partecipato alle assemblee indette dai lavoratori nei giorni precedenti alla dichiarazioni di fallimento dell'Amia.

EMERGENZA RIFIUTI
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PALERMO – L’ipotesi di reato è interruzione di pubblico servizio. Al vaglio della magistratura c’è la posizione di un migliaio di netturbini.

I finanzieri stanno passando al setaccio i fogli di presenza, raccogliendo testimonianze, valutando chi e come ha partecipato alle assemblea indette dai lavoratori nei giorni precedenti alla dichiarazioni di fallimento dell’Amia.

La città soffoca nella spazzatura e la Procura sta cercando di capire se ci siano specifiche responsabilità da parte degli operatori della “defunta” ex municipalizzata. Le assemblee hanno mandato in tilt i turni di raccolta. Risultato: strade trasformate in discariche a cielo aperto in spregio alle più elementari norme per il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Se si dovesse cristalizzare l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio centinaia di persone potrebbero finite nel registro degli indagati. Molte, in realtà, sotto inchiesta ci sono già finite nelle scorse settimane. Non è la prima volta che Palermo, infatti, affonda nell’emergenza rifiuti. Anche in passato sono intervenute le forze dell’ordine che hanno denunciato centinaia di operatori Amia.

Sul piatto non c’è solo l’interruzione del pubblico servizio, ma anche l’ipotesi di truffa. In Procura c’è chi ritiene che ai lavoratori potrebbe essere contestato anche questo reato sulla base di una recente sentenza della Cassazione. Per un’analoga vicenda di quella che si vive in queste ore a Palermo i supremi giudici hanno stabilito che l’ipotesi di truffa non si configuri soltanto per i reati commessi ai danni della pubblica amministrazione, ma pure nel caso in cui pubblici sarebbero i servizi operati da società private. Una situazione che si cuce a pennello sulla raccolta dei rifiuti che l’Amia svolge in nome dell’interesse della cittadinanza.


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