Catania- Niente archiviazione per Antonio Scavone, neosenatore autonomista, indagato per abuso d’ufficio nell’indagine sul presunto accreditamento illegittimo presso la Regione dei laboratori d’analisi privati e sull’assegnazione delle economie derivate dai loro budget milionari. Il Gip, Marina Rizza, ha rigettato la richiesta avanzata dal Pm, Barbara Tiziana Laudani, disponendo una proroga delle indagini di 150 giorni. E’ stato disposto il rinvio a giudizio coatto per cinque funzionari Asp che avrebbero preso parte alla verifica dei requisiti dei laboratori, per loro l’accusa è di falso. Il Gip ha deciso di contestare l’iter che ha sancito il via libera all’accreditamento dei laboratori presso l’Assessorato regionale alla Salute della Regione Sicilia. Ai magistrati il giudice Rizza ha anche chiesto di approfondire le dichiarazioni rese ai Pm da Antonio Scavone. L’indagine era iniziata nel 2008, con la denuncia di alcuni operatori del settore.
“Secondo l’allora manager dell’Asp- spiega l’avvocato Antonio Fiumefreddo, legale degli autori dell’esposto che ha dato il via alla vicenda- le economie derivate dal budget assegnato ai laboratori potevano essere reimpiegate discrezionalmente dai direttori generali”. Nel dispositivo, il Gip fa riferimento a un decreto assessoriale intervenuto in materia, per cui i direttori generali avrebbero dovuto attenersi ad un preciso piano di redistribuzione basato su parametri indicati dall’Assessorato regionale alla Salute.
Tra le ipotesi originarie dell’accusa, anche l’indebita assegnazione di fondi a laboratori privati che vantavano tra le loro file uomini che sarebbero stati vicini all’ex manager. Agli atti dell’indagine, ci sono decine di telefonate intercettate tra Antonio Scavone e i più alti esponenti del mondo politico e sanitario etneo, come ha svelato il mensile “S” nell’aprile 2012.
Nel chiedere l’archiviazione, la Procura di Catania non vi aveva ravvisato profili di responsabilità penale. Dopo tre anni e mezzo di indagine, invece, il Gip ha ribaltato le sorti della vicenda. “Abbiamo già spiegato tutto- dicono i difensori di Scavone- la Procura ha già dimostrato la regolarità dell’operato dell’ex direttore generale”.