Carissimo direttore, leggendo l’articolo in prima pagina sulla vostra testata, esprimo la solidarietà alla vostra redazione, ma mi sorge spontanea qualche riflessione che Le invio.
La libertà di stampa e di informazione è un diritto costituzionale inviolabile, in un clima politico ormai avvelenato e saturo di tensioni il ruolo dei media è ancor più centrale. A essi va tutta la responsabilità deontologica e sociale di informare in maniera seria e laica, lasciando a ogni singolo lettore, dalla cronaca dei fatti, la possibilità di formarsi una propria opinione. Certo è che troppo spesso i giornali audacemente sposano prima una linea editoriale e poi la notizia, ma resta indubbio che una notizia può essere vera o falsa ed è su questo che bisogna discutere.
Se una notizia è falsa lo è, se è veritiera lo è altrettanto, ciò comporta che davanti una falsità bisogna poter opporre la verità che come tale dovrebbe essere chiara e intellegibile, chi scrive e redige un articolo o un inchiesta deve essere libero di farlo assumendosi le responsabilità di ciò che scrive e lasciando la possibilità all’interessato di replicare. Se tutto ciò avviene si rispettano le regole e il servizio di informazione è sano. Ogni giornalista o aspirante tale deve essere sempre garantito nel percorso della difficile professione di cronista, personalmente credo che le indagini ad persona non siano la strada più consona a confutare i contenuti di un articolo, ripeto che il diritto costituzionale a fare informazione è un cardine della nostra Repubblica, la mendacità di qualcosa va confutata con il diritto di replica che credo non sia mai stato negato a nessuno.
Portavoce regionale API Sicilia. Bartolo Fazio