Insulti, pedinamenti e molestie| La baby gang incubo delle donne - Live Sicilia

Insulti, pedinamenti e molestie| La baby gang incubo delle donne

Caccia alla banda di giovanissimi aggressori che entra in azione vicino all'Università.

PALERMO – “Inizialmente non ci facevamo caso, pensavamo fossero delle bravate, che scherzassero. Bastava allontanarsi e tutto finiva lì. Da alcune settimane la situazione è però degenerata e più di una ragazza è stata inseguita e aggredita”. A parlare è una studentessa appena uscita da una delle aule della cittadella universitaria, in via Ernesto Basile. Alle 17 è già buio e tra le giovani donne la paura di incontrare la baby gang a cui la polizia sta dando la caccia, si è già diffusa da tempo.

Si tratterebbe di ragazzini con un’età compresa tra i nove e i dodici anni, che due giorni fa hanno reso necessario l’intervento delle volanti per presunte molestie a una giovane palermitana. E’ stata trovata sotto choc, nei pressi di un padiglione universitario in cui si era rifugiata dopo essere stata pedinata per diversi metri. Ha raccontato di essere stata presa di mira in via Amoroso, vicino ad un bar, poi di essere stata inseguita da circa otto ragazzini, alcuni erano a piedi, altri a bordo di una bici. All’altezza della fermata dell’autobus di via Basile, l’escalation di violenza verbale e fisica: la giovane sarebbe stata insultata e poi palpeggiata.

Un episodio che in base a quanto raccontano le studentesse avrebbe dei precedenti. “Ad una mia collega – dice una 22enne – è successo in via Piave. All’uscita da una fotocopisteria è stata accerchiata e pesantemente insultata. Si trattava di un gruppo di sei o sette ragazzi, alcuni davvero piccoli, altri adolescenti. L’hanno presa alla sprovvista, lei non si aspettava questo comportamento da bambini di nove o dieci anni”. Già, perché episodi del genere spostano l’attenzione proprio sull’età dei presunti aggressori, talmente giovani da non far mettere subito sulla difensiva chi viene preso di mira. “Come è possibile pensare che dei bambini possano aggredirti? – dice la titolare di un negozio di elettronica nei pressi dell’Università -. A quell’età non si dovrebbe agire con malizia, figuriamoci con violenza. E invece accade anche questo. E’ un problema a livello sociale, che affonda le sue radici nell’educazione familiare, nella cultura del rispetto nei confronti del prossimo e della donna. Tutto ciò non fa altro che rendere ancora più pericolosa questa zona, dove scippi e rapine sono già molto frequenti”.

D’altronde, alle 18,30 in via Ernesto Basile, percorrere alcuni tratti a piedi è come fare un salto nel buio. Tra l’ultimo cancello d’ingresso all’area dei padiglioni universitari e la stazione di servizio i lampioni dell’illuminazione pubblica si trovano soltanto lungo lo spartitraffico e la loro luce viene coperta dagli alberi. “Dobbiamo puntualmente cambiare carreggiata se non vogliamo correre pericoli – dicono due giovani studentesse al primo anno – dall’altra parte, almeno, ci sono i negozi”. E’ quello il tratto più vicino alla villetta che si trova nella zona del Villaggio Santa Rosalia, da dove arriverebbe la baby gang: “I ragazzini che molestano le studentesse vengono spesso visti da queste parti – dice un anziano impegnato a giocare a bocce con dei coetanei -. Noi glielo diciamo sempre che le donne non si toccano, che devono darsi una calmata e ci dispiace capire che non ci ascoltano. Ai miei tempi i bambini erano bambini. Oggi alcuni lo sono soltanto all’anagrafe, hanno perso la loro ingenuità, ma soprattutto non conoscono il rispetto”.


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