CATANIA – Il più grande appalto per la gestione dei rifiuti in Italia. Trecentocinquantamilioni di euro e una ragnatela di rapporti ben radicati con la “politica aziendale” di assecondare le richieste di chi amministra la città. Nella maxi inchiesta sui rifiuti della direzione investigativa antimafia, sotto il coordinamento del procuratore Carmelo Zuccaro, ci sono le intercettazioni dei vertici del Comune di Catania. Dalle intercettazioni emerge attenzione, da parte degli indagati, per il ruolo dell’ex capo di Gabinetto Spampinato e la volontà di assecondare le richieste di assunzioni di parte dell’ex assessore Angelo Villari, secondo il quale, però, “si trattava del bacino prefettizio”.
L’IMPRENDITORE – Uno dei ruoli chiave è quello dell’imprenditore Antonio Deodati, amministratore della Eco car, colosso del settore rifiuti. Secondo gli inquirenti sarebbe un “imprenditore capace di mimetizzarsi quando ciò è opportuno facendo uso, allo scopo, di meri prestanomi – come il cugino Francesco Deodati – ciò nella consapevolezza che proprio i suoi trascorsi costituiscono condizioni ostative alla stipula di vantaggiosi rapporti di appalto con le pubbliche amministrazioni”. Deodati viene intercettato con Massimo Rosso, fedelissimo del sindaco Enzo Bianco al quale confida di essere uscito (“formalmente”, secondo i magistrati) dalla Ecocar per evitare problemi. “ Io – dice Deodati – però..inc .io però dall’Ecocar so uscito così non c’è conflitto d’interessi mo sostituirò pure Francesco dall’Ecocar così levo proprio il nome Deodati… mi hanno detto leva sto cazzo di nome Deodati”).
L’imprenditore avrebbe messo “a libro paga” molti dei pubblici ufficiali che avrebbero, invece, dovuto fare – “durante l’esecuzione del rapporto contrattuale – l’interesse della parte pubblica che, indegnamente, rappresentavano e – sempre nella medesima ottica – ha espressamente manifestato interesse a mantenere “buoni rapporti” con tutti gli ipotetici interlocutori, assecondandone le richieste”.
Il 2 giugno 2017, infatti, veniva intercettata una conversazione tra Deodati e Rosso, “durante la quale – scrivono i magistrati – il primo raccontava delle richieste avanzate da Angelo Villari, ex Assessore del Comune di Catania, in ordine all’assunzione di persone da lui indicate nelle aziende del Deodati”. “Lo stesso – continuano gli inquirenti – nell’occasione – nonostante il Rosso gli consigliasse di rifiutare (“mandalo a fanculo…”) – insisteva: “hai capito chi è questo? Angelo VILLARI… io direi adesso, dovresti trovare un sistema.. per organizzarti con Natoli”. L’ex assessore Villari è sereno: “Come cittadino – spiega a Livesicilia – e assessore abbiamo sempre chiesto l’assunzione dei lavoratori del bacino prefettizio, usciti dalle aziende in crisi, Cesame e anche altre aziende. Io sostenevo questo, mai parlato di questo con Rosso. Noi abbiamo sempre posto il problema, non ci siamo mai riferiti ad altre assunzioni. Il progetto è stato portato avanti da Cgil, Cisl e Uil, previsto da un accordo antico della Prefettura che custodisce una lista. Non è stato mai assunto qualcun altro, né noi abbiamo chiesto altro”.
Gli inquirenti hanno puntato l’attenzione anche su altre “potenziali corruttele”. Massimo Rosso suggeriva all’imprenditore “di tenersi buono il Capo di Gabinetto del Comune di Catania, Giuseppe Spampinato, suo amico personale (“Peppe.. è un amico…è un mio amico personale..”) e, soprattutto, persona di fiducia del Sindaco (“lui .. come ce l’ho io… ha un buon rapporto con il sindaco.. io sono “macchiato” lui no.. quindi può essere anche il mezzo per…arrivare al sindaco.. tu tienilo buono.. non esagerare!..”) che – aggiungeva – gli aveva già fatto presente come il bando della gara settennale fosse quasi pronto (“mi ha detto pure un’altra cosa… ah ecco, della gara nuova, forse è pronta adesso esce.. mi stava dicendo questo..”)”.
Dalle conversazioni telefoniche intercettate il 7 e l’8 giugno 2017 emergeva, poi, l’organizzazione di una cena alla quale avrebbe dovuto partecipare, tra gli altri, Massimo Rosso e Roberto Giordano, allora Ragioniere del Comune di Catania. In un’altra intercettazione risulta che Deodati, tornando a parlare delle richieste di Villari, manifestava la volontà di incontrarlo (“….va bene…. ma incontriamolo Angelo…”), apprendendo dall’interlocutore che “Tonino” l’aveva già “incontrato nel passato” (Natoli: “…ma l’abbiamo incontrato… l’abbiamo incontrato… Tonino l’ha incontrato nel passato….”), tanto che, approvando, esprimeva a chiare lettere quella che, potrebbe definirsi, la politica aziendale (“tocca tenerli boni questi..”) giacché, come subito precisato da Natoli: “…. Angelo è stato Assessore del Comune…..ora… ora si è dimesso da Assessore perché deve fare le regionali….”.