Intervista a Cuffaro: "Lombardo un mio errore"

“Lombardo? Che errore… Forza Italia capisca che Schifani va protetto”

Parla Totò Cuffaro. La manovra, le polemiche, il rimpasto
L'INTERVISTA
di
3 min di lettura

Totò Cuffaro, segretario della Dc, ma perché, ogni volta, tra lei e gli autonomisti scoccano scintille?
“Io mi sono sempre sforzato, anche nei momenti più difficili, di rispondere politicamente. Loro sono scesi sul personale. Non sono i primi, non saranno gli ultimi”.

L’allusione è allo scambio, l’ennesimo, di battute, dopo la travagliata manovra ter, con il corredo dei franchi tiratori. Cuffaro ha detto: “Se un partito come il Pd storicamente dalla parte dei lavoratori, in alleanza con i 5 Stelle e in combutta con Mpa e alcuni deputati chiamiamoli ‘giochettisti’, ostacolano, sino a bloccarla, la norma che prevede la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica, mi viene di pensare che abbiano smarrito il senso della politica”.

La risposta del coordinamento Mpa non si è fatta attendere: “L’unico giocherellista che la storia recente della politica siciliana ricordi – e lo diciamo senza rancore, ma con rispetto per la verità – è stato chi, da ruoli apicali, ha portato la politica a confondersi troppo spesso con altri ambiti meno nobili. E non occorre essere indovini per sapere a chi ci riferiamo”. L’aggancio allo stesso Cuffaro e alla sua condanna per mafia appare palese.

Segretario, però, a torto o a ragione, la frizione è continua.
“Io risponderò sempre con la politica. I problemi della maggioranza di centrodestra che sostiene il governo Schifani, evidentemente, ci sono”.

Da cosa nascono, secondo lei?
“Dal fatto che alcuni partiti, come Mpa, chiedono ulteriori avanzamenti di posizione, ma è una richiesta senza logica. Ho letto di conteggi e riconteggi… Il risultato cristallizzato delle elezioni non si tocca. Anzi, noi dovremmo avere qualcosa di più. Ma siamo leali”.

E poi?
“E poi c’è il grande rimescolamento di carte in Fratelli d’Italia, per le note vicende, tra l’inchiesta e Manlio Messina. Non offro consigli a nessuno, perché non mi ritengo all’altezza, ma se qualcuno dovesse chiedermi un consiglio, direi che il momento richiede coesione. Parlerei anche della minoranza”.

Prego….
“I geni non cambiano…”.

Che significa?
“Che, e mi riferisco proprio all’opposizione, c’è un partito come il Pd con vertici, Barbagallo e Catanzaro, geneticamente democristiani. Il Pd ricorda la peggiore Dc, quella delle correnti, dei litigi, degli accaparramenti. Magari fossero ancora comunisti…”.

Perché?
“Perché se fossero comunisti, non avrebbero bocciato norme utili alla stabilizzazione dei lavoratori. Se ci fosse oggi un vero partito comunista, attento ai più fragili, forse mi iscriverei pure io…”.

Non le saranno, tuttavia, sfuggite le fibrillazioni in Forza Italia, il partito del presidente Schifani.
“Agli amici di Forza Italia un consiglio lo do: capiscano che Renato Schifani con il suo ottimo governo è il valore da difendere e proteggere. I risultati, certificati dall’economia, sono sotto gli occhi di tutti. Non facciano, mi ripeto, come la peggiore Dc che si divertiva ad affossare i migliori”.

Ma lei cosa farebbe al posto del presidente? Un rimpasto, per esempio?
“Io farei quello che lui già sta facendo: cercherei di ragionare con tutti. Ma bisogna vedere se c’è la disponibilità al ragionamento”.

Su una cosa c’è la certezza: se Raffaele Lombardo sta da una parte, Totò Cuffaro sta dall’altra…
“Vede, Lombardo, come presidente della Regione, nasce da un mio errore”.

La avverto, segretario, si arrabbieranno sempre di più.
“Pazienza. Ricordo che io l’ho sostenuto alla presidenza della Regione e sono stato determinante per la sua elezione. Ho combattuto per lui, ho litigato con il mio amico Pierferdinando Casini e con Gianfranco Micciché. Non mi aspettavo gratitudine, me neanche che prendesse subito le distanze”.

Cosa avrebbe desiderato in cambio?
“Mi sarei aspettato amicizia, la gratitudine è il sentimento del giorno prima. Da allora ci guardiamo con sospetto. Nella vita gli errori servono per non essere ripetuti. Ed io un simile errore non lo rifarei”.

In conclusione?
“Renato Schifani, lo scriva con chiarezza, è un grande presidente della Regione. Sosterremo con forza la sua ricandidatura che per noi è scontata, per come sta lavorando sul campo”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI