Intravaia: "Strage di Nassiriya, custodisco i valori di mio padre"

Intravaia: “Strage di Nassiriya, custodisco i valori di mio padre”

Le parole del figlio del vicebrigadiere ucciso, oggi deputato regionale
il ricordo
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PALERMO – Quest’anno ricorre il ventiduesimo anniversario della strage di Nassiriya dove il 12 novembre del 2003, persero la vita 19 italiani, tra cui 12 carabinieri e 5 militari dell’esercito, fra loro il vicebrigadiere Domenico Intravaia.

“Sono trascorsi ventidue anni da quel maledetto 12 novembre che ha portato via mio padre, ma il ricordo di quella giornata resta indelebile nella mia memoria – dice Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere, oggi deputato all’Assemblea siciliana – Non è stato facile reagire, papà mi è mancato tanto e mi manca sempre. Era un padre affettuoso, allegro e disponibile, amava il suo lavoro, la divisa che indossava e servire il Paese, con umiltà e senso del dovere. Mi sarei voluto arruolare anche io, ma ho capito che si può servire la patria in tanti modi, anche attraverso l’impegno politico, quello inteso come reale servizio alla collettività”.

Intravaia, il padre e la strage

Intravaia aggiunge: “Mi sento comunque parte della grande famiglia dell’Arma, sono cresciuto nelle caserme e conservo dentro di me la frase del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ‘gli alamari sono cuciti sulla pelle’ e così me li sento io. Sono orgoglioso di essere figlio di un servitore dello Stato che mi ha insegnato a credere nei valori costituzionali”.

“Papà è rimasto fedele alla Repubblica fino all’estremo sacrificio, consapevole del pericolo – prosegue Marco Intravaia – Non è la morte che l’ha reso un eroe, ma è il coraggio con cui ha affrontato la sua ultima missione, con cui ha ubbidito agli ordini pur consapevole del pericolo. Oggi quei valori che mi ha insegnato mi consentono di servire con onestà e amore la nostra terra nel ruolo di parlamentare regionale. Mi impegno ogni giorno per trasmetterli ai miei figli i quali, come noi, sono e saranno sempre più orgogliosi del nonno. La più grande eredità che mi ha lasciato mio padre è senza dubbio il rispetto e l’amore per le istituzioni che stanno al di sopra di tutto e vanno sempre difese ed onorate, a qualunque prezzo anche a costo della vita proprio come ha fatto lui”.

Il ricordo

A Monreale, cittadina natale del vicebrigadiere dell’Arma Domenico Intravaia tra le vittime dell’attentato, il sindaco Alberto Arcidiacono e il comandante della legione carabinieri Sicilia, generale di brigata Ubaldo Del Monaco, hanno deposto una corona di fiori sulla tomba del vicebrigadiere nel cimitero monumentale.
A Palermo il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno ha deposto una corona sulla lapide che ricorda l’eccidio, all’interno di Palazzo dei Normanni, alla presenza dei familiari di Domenico Intravaia e dei vertici regionali delle forze armate e dell’ordine. In mattinata sarà celebrata una santa messa in suffragio nella cattedrale.


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