Invalidi per soldi | Se il corpo è reato - Live Sicilia

Invalidi per soldi | Se il corpo è reato

La spaventosa storia che arriva da Palermo. E i limiti di ciò che può definirsi "umano".

IL COMMENTO
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2 min di lettura

A che punto è il corpo? Questa è la domanda da tenere presente, la risposta ci dice a che punto è l’umanità.

Il corpo, pure nell’assedio dei social, nella rarefazione di tempi che spesso negano il contatto, nella dissolvenza virtuale, rappresenta l’ultima frontiera, la promessa di ciò che vuole restare disperatamente umano, perché unico, vivo e non negoziabile.

Quanto vale dunque il corpo? Basterebbe chiedere a una persona disabile che, con coraggio, affronta le sue giornate. Basterebbe chiederle come l’indisponibilità subita sia, purtroppo, un segno rivelatore di quanto fosse prezioso ciò che è andato in rovina. Consideriamo un atto dovuto alzarsi da una sedia, prendere un bicchiere d’acqua, salire per le scale; con noncuranza gestiamo la buona novella della nostra cosiddetta normalità. Ma il dono che pensiamo normale è, in effetti, il nostro miracolo, la nostra buona sorte quotidiana.

Ora, da Palermo arriva un’inchiesta che apre il sipario su un mondo spaventoso, su una fabbrica di denari che avrebbe macinato ossa, muscoli e dolore per lucrare guadagni, con truffe e finti incidenti. Ed è immancabile la premessa che attribuisce a ciascuno dei coinvolti l’abito d’innocente fino a prova contraria. Ma quello che sappiamo, per come lo sappiamo, l’habitat che si coglie dal sipario sollevato, è già una notizia del disastro sui corpi e sulle anime.

Corpi come monete da buttare sul tappeto rosso sangue di un gioco al massacro per ottenere altre monete, corpi senza più caratteristiche umane, merce o cose seriali, spogliati dall’identità che li rende irripetibili. Vite scarificate, private volontariamente dell’identità, pezzi serventi di una economia di guerra che non prevede clemenza, né prigionieri. Un indistinto macramè del profitto in cui contano soltanto i soldi e il modo di farli: questo racconta fin qui l’inchiesta di Palermo nelle informazioni di cui siamo in possesso.

Così tutto può diventare inumano, perché mai niente è davvero umano o lo è mai stato. Siamo ben oltre la radiografia materiale di una crisi terribile con i suoi stratagemmi atroci di sussistenza. Gli uomini non riconoscono più il valore impareggiabile di un corpo, nemmeno del proprio. E sono pronti a gettarne via una parte, non rendendosi conto del danno che provocano a se stessi interi.

A che punto è l’umanità? Se il corpo diventa reato, scarto, frammento da sacrificare, ostia profana da sminuzzare, la risposta non può essere consolante. I corpi consapevolmente perduti, infatti, portano con sé la poca luce che resta per le anime di tutti.


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