PALERMO – “Io poi alla Dragotto se vuole visto che ci sono delle variazioni di bilancio, le stiamo facendo, ora lei… è nelle condizioni di poter organizzare un evento importante anche spendendo 50.000 euro… lo faccia solo ma questo qua lo deve fare insieme alla come si chiama…”.
Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, stava parlando di Marianna Amato e della sua imprescindibile presenza in uno dei progetti finanziati con soldi pubblici e finiti sotto inchiesta della Procura di Palermo.
Amato, ufficialmente dipendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, avrebbe avuto uno “sponsor” la cui identità nell’informativa della Guardia di finanza viene nascosta come “Uomo 6”.
L’atto giudiziario è stato depositato al tribunale del Riesame che ha trattato la richiesta di dissequestro del cellulare avanzata dall’imprenditore catanese Nuccio La Ferlita.
L’inchiesta
L’inchiesta è quella sul presunto caso di corruzione coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. “Uomo 6” non è indagato – ed è per questo che la sua identità è omissata – ma ha avrebbe avuto un ruolo politicamente di peso nei rapporti con Galvagno.
Le indagini della Procura della Corte dei Conti prima, dei pm europei poi e infine della Procura di Palermo (oggi unica autorità giudiziaria a coordinare l’inchiesta) iniziano quando il quotidiano “La Sicilia” di Catania fa le pulci sui costi – oltre cinque milioni – del progetto fotografico “Sicily women and cinema” organizzato dall’assessorato regionale turismo al Festival di Cannes. E vengono attivate le intercettazioni. Siamo a marzo 2023. Finiscono sotto inchiesta diverse persone per falso, ma questo è un altro capitolo.
Saltano fuori le conversazioni fra Gaetano Galvagno e Sabrina De Capitani di Vimercate. Quest’ultima lavorava con la società lussemburghese Absolute Blue, organizzatrice della mostra fotografica a Cannes. Dal dicembre 2022 è stata inserita nello staff del presidente Galvagno, come sua portavoce.
Un passaggio che secondo i finanzieri della polizia economico-finanziaria sarebbe stato “studiato da De Capitani al fine di strumentalizzare tale posizione di alto profilo istituzionale per proprio tornaconto per ottenere vantaggi economici, contrattando favori che riesce a chiedere ai propri contatti politici e dell’alta società”. “Fare lobby”, diceva De Capitani.
I contatti
Iniziarono i contatti con Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto, patron di Sicily by Car, vice presidente della Fondazione Dragotto e consigliera di indirizzo della Fondazione Teatro Massimo.
De Capitani raccontava di avere ricevuto “una chiamata da “Gaetano” perché un’amica di “Uomo 6 deve organizzare un evento sulla violenza sulle donne all’interno del Parlamento. Di che cosa ha bisogno? Di una fondazione perché lei è il capo progetto di questa cosa”. De Capitani pensò subito alla “Fondazione Dragotto”. Prima però doveva parlarne con Galvagno “perché sai che c’è sempre la politica di mezzo che magari loro hanno una fondazione da mandare avanti che cavolo ne so”.
Non filò sempre tutto liscio perché Marcella Cannariato a un certo punto avrebbe voluto estromettere Marianna Amato. L’organizzazione di un evento a Catania procedeva senza intoppi (“Diglielo a tuo fratello, Catania sta scorrendo come l’olio”) mentre a “Palermo… abbiamo le pietre di inciampo”, lasciando intendere come le responsabilità fossero da attribuire a Marianna Amato.
“Uomo 6”
Giorgia Galvagno ne parlò con il fratello Gaetano: “Ma Marianna Amato è cosa tua o è di qualcun altro?”. Galvagno rispose facendo il nome di “Uomo 6”. A presentarla al presidente dell’Ars potrebbe essere stato Manlio Messina, che dal 2019 al 2022 è stato assessore regionale al Turismo.
Amato non poteva essere esclusa. È solo per la sua presenza che sarebbero arrivati contributi pubblici concessi per un evento contro la violenza sulle donne: “… io i soldi glieli sto dando perché me lo ha detto lei e poi me l’ha detto uomo 6 quindi non la puoi fare fuori… perché lei ci guadagna in questa cosa… farla fuori è scorretto… più di dargli i soldi cosa devo fare”.
Semmai Galvagno avrebbe provveduto successivamente a finanziarie anche un altro evento organizzato da Marcella Cannariato “con le variazioni di bilancio”. “Io più di darvi i soldi, cosa devo fare?”, diceva Galvagno alla sorella che non è indagata ma era al corrente delle vicende.
In una conversazione intercettata il 18 ottobre 2023, la sorella di Galvagno e la cugina Martina parlavano di un incarico legale promesso da Cannariato: “Ieri mi ha voluto parlare la Dragotto che mi ha detto che ha bisogno di un avvocato che gli sbrighi un poco di sinistri, mi ha detto a me di preparare un contrattino ma io preferisco che lo faccia lei anche perché non è così facile ci vuole tempo”.
Altri nomi di politici sono coperti da omissis. C’è “Uomo 56” che aveva sollecitato alcuni finanziamenti da inserire nel maxi emendamenti. “Non li scriviamo tutti in fila quelli di Uomo 56 perché sennò sono facilmente individuabili”, diceva Galvagno ai suoi collaboratori. Era il 17 luglio 2024 e commentava: “Va beh, importante che noi ragazzi non sbagliamo, perché abbiamo la responsabilità di una manovra tutta nostra, cioè, non c’è ‘Uomo 8:, non c’è ‘Uomo 72‘, è a trazione nostra 100 per cento”.

