Kira, il cane morto a Palermo: “Nessuna responsabilità dei veterinari”

Kira, il cane morto a Palermo: “Nessuna responsabilità dei veterinari”

Il dottor Luigi Zumbo, presidente dell’ordine dei veterinari, spiega la sua versione dei fatti

PALERMO – Ore di angoscia e sofferenza, poi una speranza, infine la tragedia. Il cane di una giovane palermitana è morto a Palermo dopo che ben due cliniche veterinarie – come denunciato dai padroni sui social – gli avrebbero rifiutato le cure perché i proprietari non avevano la possibilità di pagare l’intervento. L’Associazione italiana difesa animali e ambiente, Aidaa, ha deciso, per questo, di inviare un esposto alla procura di Palermo, chiedendole di far luce sulla vicenda della morte del cane Kira.

Sui social, in queste ore, si legge di tutto. Sono moltissimi gli utenti che puntano il dito e addossano la responsabilità dell’accaduto alle cliniche. L’ordine dei veterinari non ci sta e respinge le accuse di chi sta “strumentalizzando” la vicenda basando il proprio giudizio su un racconto che è molto diverso da ciò che è successo in realtà.

Le parole del presidente dell’ordine dei veterinari

“È in atto una grave strumentalizzazione”, sostiene, il dottor Luigi Zumbo, presidente dell’ordine dei veterinari. “Si parla di una proprietaria minorenne che ha portato il suo cane in clinica, immediatamente, non appena si è accorta che il suo cane stava male, ma non è così”.

“Nelle cliniche la minorenne, che in quanto tale non può certo essere la proprietaria del cane, non si è ma vista”, dichiara Zumbo. “Il cane è stato portato in entrambe, da un ragazzo sui 30 anni, che è rimasto anonimo perché ha rifiutato di registrarsi come prevede la procedura. Fatto, che ha perciò reso impossibile ai colleghi – secondo Zumbo – di effettuare un visita diagnostica”.

Nelle ricostruzioni proposte in questi giorni, infatti, a Kira sarebbe stata diagnostica “una grave torsione dello stomaco”. Torsione che, però, nessun veterinario ha in effetti certificato. “Si tratta di una autodiagnosi – spiega Zumbo -, tra l’altro poco compatibile con il racconto della sintomatologia esposto dal sedicente padrone e da ciò che i medici veterinari hanno potuto constatare al primo contatto”.

“Certo, visitandolo si sarebbe potuto fugare ogni dubbio, – aggiunge il presidente dell’ordine dei veterinari – ma il ragazzo che ha portato il cane in clinica ha rifiutato la registrazione necessaria a procedere in tal senso”.

Ma non finisce qui, sono tante altre le imprecisioni e i dettagli omessi nelle ricostruzioni e nei racconti della vicenda. “Il cane, molto anziano, secondo quanto spiegato dal ragazzo che lo ha portato nelle cliniche, versava in quello stato di sofferenza almeno da 24h – continua Zumbo-. Era cachettico, non mangiava probabilmente da giorni, respirava a bocca chiusa, da quanto hanno potuto verificare i colleghi e aveva una massa di grosso diametro che sporgeva dalla cute”.

Sul costo dell’intervento

Ma anche della cifra di 1500€ che i veterinari avrebbero chiesto al ragazzo per operare il cane, secondo il presidente dell’ordine, non c’è traccia. “Senza una visita e quindi una diagnosi corretta è impossibile determinare i costi di un eventuale intervento”, spiega Zumbo, aggiungendo che: “Tutte le cliniche offrono la possibilità di pagamento rateizzato”. Un dato di fatto questo, che stravolgerebbe totalmente la ricostruzione fornita dai proprietari che lamentavano di avere avute rifiutate le cure perché non avevano potuto pagare la cifra richiesta, lì e nell’immediato.

Sulla denuncia di Aidaa

Zumbo, inoltre, non si dice affatto preoccupato di una eventuale indagine degli organi competenti, anzi svela che anche loro sporgeranno denuncia. “Anche noi faremo un esposto in procura per maltrattamento di animali – aggiunge Zumbo-, ma purtroppo contro ignoti visto che non abbiamo gli estremi del giovane”.

L’ipotesi dell’autopsia sul cane Kira

Mai come ora servirebbe quindi fare chiarezza e fugare ogni dubbio sulle cause della morte del povero animale domestico. “Per avere la certezza e capire con sicurezza di cosa sia morta Kira occorrerebbe fare l’autopsia – spiega il veterinario – che non mi risulta, però, sia stata ancora chiesta dai proprietari”. Il cane potrebbe infatti essere morto, per esempio, a causa di un patogeno contagioso. Solo con l’autopsia si potrebbero accertare con precisione le cause della morte e capire anche, probabilmente, di chi sono le responsabilità.

“Ma che ne è stato del corpo dell’animale defunto? Lo scarico del microchip è stato fatto?”, si domanda il medico. Quesiti che non hanno ancora un risposta, almeno dalle notizie in possesso del presidente. Sarà la giustizia ad appurare responsabilità ed emettere sanzioni e a scagionare quei veterinari delle due cliniche che sono “ingiustamente – secondo Zumbo – finiti nel tritacarne mediatico”.

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