CALTAGIRONE – Caltagirone nuovamente al centro di una vasta operazione che vede, le famiglie mafiose della Sicilia orientale contendersi e prendere accordi sugli equilibri della città che fu di Sturzo. L’operazione Kronos traccia un quadro che vedrebbe a più riprese distinte famiglie contendersi il controllo sul territorio. L’operazione condotta dai Carabinieri dei Ros avrebbe di fatto scongiurato una nuova guerra di mafia sul territorio calatino, in considerazione dell’intento emerso di far fuori il boss Alfonso Fiammetta che insieme a Oliva, sarebbero stati gli unici responsabili del comuni di Ramacca e Palagonia, dopo l’estromissione di Di Benedetto e Pappalardo.
L’inchiesta dei Ros permette di ridisegnare i ruoli e le zone di interesse di famiglie e degli affiliati. La famiglia di Caltagirone dunque, avrebbe avuto in Salvatore Seminara (reggente del clan La Rocca) il suo rappresentante sul territorio.
Il cuore investigativo della retata Kronos sono le intercettazioni. Alcune conversazioni hanno fornito ai Ros input fondamentali a ricostruire anche i confini di potere territoriale della famiglia di Caltagirone. Il metro di confronto sarebbe stato quello della suddivisione adottato dall’Arma dei Carabinieri. Entriamo nel dettaglio: dalle intercettazioni è emerso il particolare secondo il quale, i capi per spiegare l’organizzazione sul territorio avrebbero paragonato le famiglie e la loro influenza sul territorio alle aree di controllo e pertinenza dei Carabinieri.
In questo riassetto emerge, fra gli altri, il nome di Angelo Giglio Spampinato già coinvolto in diverse operazione con similari capi di accusa, tutti in prevalenza legati ad attività estorsiva nei settori degli appalti. Giglio Spampinato è stato già condannato a pena definitiva nell’operazione “Calatino” del 2000, risultava essere il proprietario occulto per conto dei La Rocca della B.M.C., azienda di produzione di calcestruzzi. Angelo Giglio Spampinato risulterebbe essere affiliato alla famiglia calatina.
Un altro personaggio di “rilevanza” criminale è Giuseppe Tangorra detto Nuccio. Tangorra è stato già indagato con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso nel 2002. Nell’inchiesta “Ermes” veniva chiamato in causa dalla famiglia Mirabile che in un colloquio con Francesco La Rocca, ne lamentavano la vicinanza con Sebastiano Rampulla. Un rapporto che lo avrebbe fatto apparire “ambiguo”. In quegli anni risultava attivo nel campo delle estorsioni nel comune di Caltagirone. Il suo nome ritorna nell’Operazione Dionisio, a chiamarlo in causa sono sempre i Mirabile . All’interno dell’operazione Kronos secondo gli inquirenti Tangorra ha un ruolo di spicco, sarebbe stato nominato responsabile di Caltagirone per conto della famiglia calatina. Si attendono nel frattempo le convalide dei fermi per avere ulteriori approfondimenti sui ruoli, mansioni e attività del nucleo della famiglia calatina decapitata dopo il blitz dei Ros. Le indagini non sono concluse e non si esclude che la lista degli indagati potrebbe allungarsi con altri nomi provenienti da Caltagirone.