Non c’è mai stata una sanità siciliana complessivamente all’altezza di tasse, civiltà e decenza. E’ un punto pacifico da tenere a mente. Ma non è detto che coloro che vengono dopo debbano essere per forza migliori di quelli che c’erano prima. Non funziona così.
Sono giorni caldi per la sanità di casa nostra. Livesicilia segue i fatti e fornisce anche un’interpretazione. La malapianta degli errori tragici dei medici non è nata con Massimo Russo, non è possibile ascrivere all’assessore pro tempore guasti che non ha generato. Eppure, le tragedie continuano ad accadere. Le clientele non appaiono diroccate. E certe storie e certe procedure che sono invece perfettamente inscritte nell’esperienza in corso sollevano più di un dubbio. I rilievi dell’Autorità di vigilanza saranno pure acqua fresca, come sostiene qualcuno. Lasciateci pensare senza anatemi che non sia così.
Siccome i giorni sono caldi, le reazioni diventano bollenti. Gli ultimi due comunicati. “L’assessore Massimo Russo nell’esercizio delle sue funzioni di governo ha persino abbandonato lo stile del magistrato tant’è che molti suoi atti violano palesemente regole e norme. Sui risultati della sua azione potremmo fare un lungo elenco di cose negative a partire dalla gare sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità di vigilanza su contratti pubblici, per arrivare ai casi di malasanità fioccati durante la sua gestione. Tutto ciò si somma ad una riorganizzazione della rete ospedaliera che è pessima e lascia interi territori senza l’assistenza minima. Credo che questo di vernissage sulla sanità siciliana allestito a Palermo altro non sia che una fiera della vanità, di cui Massimo Russo è succube”. E’ un’affermazione politica logica, perché proviene da Rudy Maira, capogruppo del Pid. Poi, però, interviene pure Barbagallo del Pd, con un equilibrio più in chiaroscuro: “Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha sbagliato a valutare la sanità siciliana sulla base dei numeri riguardanti il 2009, ma l’assessore regionale Massimo Russo deve dimostrare con dati certificati da organi terzi e dai cittadini che le cause che hanno determinato il dissesto finanziario sono state rimosse, e il servizio sanitario è migliorato. I dati sul livello di soddisfazione dei cittadini siciliani rispetto alla qualità dei servizi erogati – aggiunge – indicano che tali miglioramenti sono scarsamente percepiti. E’ necessario, in particolare, ottimizzare il costo dell’assistenza farmaceutica, ridurre i ricoveri inappropriati potenziando l’assistenza territoriale, diminuire il ricorso ai parti cesarei. Nessuno può negare che sono stati realizzati alcuni buoni risultati in termini di risparmi, ma la vera svolta può essere rappresentata soltanto dal conseguimento degli obiettivi previsti nel piano sanitario regionale”.
Ecco. Barbagallo parla di “scarsa percezione”. Altri si spingerebbero oltre, per affermare che la miglioria non c’è stata affatto. Quello che non torna è la poca disponibilità al confronto. “Deve dimostrare”, scrive Barbagallo, rivolgendosi all’assessore. L’istituzione pubblica ha sempre l’onere della prova e del rapporto con la gente. Invece…
Chi vuole può rileggere su Livesicilia la risposta di un manager che ha parlato di “coma vegetativo”, a proposito delle rimostranze avanzate in una lettera firmata. Un’espressione infelice di cui l’autore si sarà già pentito. Sullo sfondo, il meccanismo tetragono di una gestione che non accetta critiche, perché non è lecito disturbare gli arcangeli manovratori che stanno mutando la Sicilia. Chi dissente è un cuffariano prezzolato. Un alfiere del vecchio sistema in cui ha abbondantemente pascolato. I latori di una tale fantastica bugia omettono sempre di indicare nomi, pascoli, circostanze e pastori. Sfumano l’invettiva in un indistinto “si sa”. Ma già, perché gli arcangeli e i loro serventi al pezzo dovrebbero dare spiegazioni a noi, indegni mortali?
Ps. La gara “viziata” è stata sospesa dallo stesso manager che aveva inviato a Livesicilia una puntigliosa replica. Un altro fatto che conserviamo e che forse servirà al ravvedimento (ne dubitiamo) dei minimizzatori per interesse e professione.