PALERMO – La Bandita si prepara all’acquario. Dopo la presentazione del progetto da parte di una cordata di industriali, che prevede un investimento da 50 milioni di euro per la realizzazione di una struttura più moderna di quella di Genova e al passo col resto del mondo, il Comune ha deciso di puntare sulla costa Sud della città. Un’indicazione venuta fuori dal vertice tra il sindaco Leoluca Orlando e la commissione Urbanistica, con quest’ultima che dovrà anche effettuare un sopralluogo sull’area prescelta.
Palazzo delle Aquile starebbe valutando anche il secondo mammellone, ovvero uno dei cumuli di detriti e rifiuti sorto tra gli anni Sessanta e Settanta, ma la bonifica sarebbe troppo onerosa e complicata per gli imprenditori, così che l’amministrazione Orlando sta decisamente virando sulla Bandita e, per la precisione, su un’area nei pressi del porticciolo. Area appetibile, anche perché proprio lì c’è anche un altro progetto che ben si sposerebbe con l’acquario, ovvero quello di un nuovo porto turistico per il quale ci sarebbero già degli investitori pronti a mettere mano al portafogli. Il project financing, presentato nelle scorse settimane, prevede un porto da 450 posti come all’Acquasanta, anche se Orlando vorrebbe evitare una cattedrale nel deserto senza alcun effetto benefico per la borgata.
Un’indicazione, quella della Bandita (dopo aver scartato Sant’Erasmo), che però non sarebbe congeniale agli imprenditori dell’acquario. Il sindaco, sin dalla presentazione del progetto lo scorso 14 febbraio, aveva detto no all’ipotesi della Cala e del mercato Ittico, caldeggiata invece dagli imprenditori: troppo vicino al centro città, per Orlando, ma soprattutto troppo lontana da quella costa Sud che invece il Professore vorrebbe riqualificare a suon di milioni, privati o europei. Vero è che l’Ittico dovrà andare a Bonagia, ma al suo posto il primo cittadino vorrebbe farci un’area commerciale per i turisti.
Bisognerà capire, però, quanto l’ipotesi Bandita sia gradita alla cordata degli investitori: la vicinanza col porto consentirebbe di intercettare il turismo crocieristico con 700mila potenziali presenze l’anno e di rientrare dell’investimento in minor tempo, per non parlare della viabilità congeniale. La Bandita invece presenterebbe più di un aspetto negativo: via Messina Marine è una bolgia e l’ipotesi collegamento col tram appare lontana, per non parlare dei collegamenti marittimi che sarebbero difficoltosi e scomodi. Insomma, non è detto che gli imprenditori alla fine accettino. “Dall’incontro con la commissione Urbanistica era nata un’intesa secondo cui la commissione avrebbe fatto un approfondimento sui criteri di massima per l’individuazione dell’area – dice l’assessore Tullio Giuffrè – un acquario che possa inquadrarsi in una prospettiva di lungo investimento non può che sorgere da grosse trasformazioni dei luoghi. Che questo si possa fare in un’area parzialmente urbanizzata è evidente, per le strutture connesse si possono porre dei problemi di notevole impatto ma non di impossibile risoluzione”.
Anche perché, se il mercato Ittico è del Comune e quindi bisogna necessariamente parlare con Palazzo delle Aquile, il terreno alla Bandita è del demanio e l’interlocutore principale in quel caso diventerebbe la Regione, anche se bisognerebbe passare sempre da piazza Pretoria per le concessioni edilizie. Al Comune qualcuno ha ipotizzato una sorta di convenzione, ma i cattivi rapporti con Crocetta non giocano certo a favore. Ecco perché gli investitori potrebbero anche decidere di cambiare interlocutore, mandando così all’aria i piani di piazza Pretoria.
Congetture a parte, però, il Comune tira dritto per la sua strada e presto darà un’indicazione definitiva. Nel frattempo alla Bandita si comincia a sognare una nuova infrastruttura in grado di risollevare le sorti di una borgata per troppo tempo dimenticata e che riacquisterebbe così il suo rapporto col mare.