PALERMO – Alle 14 di un pomeriggio di agosto, al pronto soccorso del Civico ci sono sessantacinque persone, venti all’ospedale Cervello, più di trenta a Villa Sofia. Tra i pazienti in attesa, quelli già presi in carico e le decine in osservazione, si tratta di circa trecento accessi al giorno: un “superlavoro” per il personale sanitario, che nei mesi più caldi dell’anno deve fronteggiare un aumento dei casi in quasi tutte le aree di emergenza del capoluogo siciliano. Un’estate rovente in cui non mancano le lunghe attese, le tensioni e, di conseguenza, il rischio di aggressioni che ha già caratterizzato i mesi scorsi con episodi anche eclatanti.
Un fenomeno che ha reso necessario provvedimenti sempre più stringenti al Civico, dove fino a gennaio si sono registrati casi preoccupanti. Ultima, in ordine di tempo, l’aggressione ad un medico del pronto soccorso, colpito con un pugno in faccia da un uomo in attesa di avere suturata una ferita. Una vera e propria emergenza per medici e infermieri, finiti troppo spesso nel mirino. Per contrastare l’escalation di violenza, da giugno può accedere nell’area di emergenza soltanto il paziente che deve essere sottoposto alle cure dei sanitari, senza alcun accompagnatore.
“Da alcuni mesi a questa parte abbiamo dovuto mettere in pratica una decisione sofferta, ma necessaria – spiega il direttore del pronto soccorso del Civico, Massimo Geraci -. In attesa che vengano terminati i lavori per la nuova area, infatti, ci siamo trasferiti e disponiamo di uno spazio più ridotto. Sarebbe impossibile accogliere sia chi ha bisogno di noi che i familiari. Chi accompagna un paziente al pronto soccorso – dice – affida la persona alla struttura sanitaria e deve attendere all’esterno. Contiamo sempre sul buonsenso degli utenti e sappiamo che non è semplice accettare di non poter seguire il proprio caro, ma ridurre il numero dei presenti nell’area di emergenza è fondamentale per garantire a tutti cure immediate, servizi efficienti ed evitare le tensioni che in passato sono sfociate in violenza”.
Tensioni che si sono invece verificate, ancora una volta, al pronto soccorso di Villa Sofia, dove per ogni persona è previsto l’ingresso di un solo accompagnatore. La scorsa settimana i familiari di un paziente hanno inveito contro un medico che era di turno di notte. Per un pelo non è scoppiata una lite violenta. E, d’altronde, anche in questo caso si assiste ad un’attività molto elevata con una media di accessi quotidiani che supera i 280. Dati molto simili a quelli del pronto soccorso del Cervello, che registra quasi 250 accessi al giorno.
In estate i casi aumentano. Tra colpi di calore e malori provocati dalla disidratazione, sono soprattutto gli anziani a prendere d’assalto i pronto soccorso della città. Ma raddoppia anche la presenza di pazienti oncologici, che nei mesi estivi non possono contare sull’assistenza continua delle cliniche private. E così al Civico, i medici e gli infermieri del pronto soccorso prestano le proprie cure ad oltre trecento persone al giorno. Un bacino di utenti che entro la fine dell’anno potrà usufruire di un’area molto più ampia. “Si tratta di uno spazio di 1600 metri quadrati – spiega il direttore generale Giovanni Migliore – che sarà a disposizione del nostro personale e della cittadinanza, per garantire servizi efficienti e spostamenti minimi al suo interno. Un’area triplicata, in cui i reparti di Radiologia ed Ortopedia si troveranno allo stesso piano del pronto soccorso e che sarà una delle più grandi d’Italia, pronta ad andare incontro alle esigenze dei cittadini 365 giorni all’anno”.