La città dell'occupazione abusiva - Live Sicilia

La città dell’occupazione abusiva

Secondo i dati del Comune, a Palermo ci sarebbero circa 600 occupazioni di suolo pubblico fra gazebo, pedane, tavoli con sedie e ombrelloni. Quante sono le autorizzazioni? Non più di un centinaio. Quasi 500 occupazioni, quindi, risultano abusive, di cui buona parte costituita dai gazebo di bar, locali e ristoranti. Strutture a volte imponenti, costruite con i più svariati materiali e che arrivano a costare anche diverse decine di migliaia di euro.

Un malcostume diffuso, a cui l’amministrazione comunale ha da tempo dichiarato guerra presentando al consiglio una bozza di regolamento e promettendo severi controlli soprattutto per quelli costruiti sulla carreggiata stradale, in piena violazione dell’articolo 20 del codice della strada, che comporta una multa che va dai 159 ai 693 euro. Gazebo abusivi che, proprio perché sulla strada, possono rappresentare un pericolo anche per passanti e veicoli, in special modo per i motorini. Sala delle Lapidi, ormai da mesi, discute infruttuosamente su una bozza di regolamento che potrebbe sanare l’esistente o quantomeno prevedere regole chiare a cui i commercianti possano attenersi per il futuro, ma intanto le multe fioccano. “Se ci sono 500 occupazioni abusive – dice il comandante della Polizia municipale, Serafino Di Peri – 499 sono state multate e sottoposte a sequestro”.

Ma perché, in questi anni, di questi gazebo abusivi non ne è stato smontato nemmeno uno? “Il proprietario dovrebbe smontarli – dice Di Peri – oppure dovrebbe farlo il Comune in dolo, cioè facendosi poi rimborsare le spese. Sono state fatte numerose riunioni con l’amministrazione, si era anche detto di individuare una ditta che compisse questi lavori ma non è stato fatto”. “L’unica cosa che possiamo fare – dichiara l’assessore alle Attività produttive, Felice Bruscia – e stiamo predisponendo una determina dirigenziale in tal senso, è di chiudere l’attività commerciale per cinque giorni. L’amministrazione potrebbe smontare i gazebo in danno anche con personale interno, non necessariamente con una ditta esterna, ma finora non è stato fatto perché non sono mai partire le procedure di dismissione”.

Procedure che quasi mai vengono attivate. Quando viene elevata una multa a un gazebo abusivo, infatti, scatta anche il sequestro, nel caso in cui non sia stato autorizzato, di cui viene data comunicazione sia all’assessorato alle Attività produttive che alla Procura della Repubblica. Al gazebo vengono posti i sigilli e il proprietario non potrà più utilizzarlo, oltre a dover pagare una tassa annuale per occupazione di suolo pubblico e a dover affrontare una denuncia penale. Ma per smontarlo, ed evitare quindi la violazione del codice della strada, bisogna fare un ulteriore passaggio. “E’ necessario che sia lo stesso esercente a presentare una richiesta di dissequestro all’autorità giudiziaria – spiegano da via Dogali – cosa che purtroppo non avviene perché smontarli costa. Applichiamo la tassa annuale di occupazione di suolo pubblico, e non quella giornaliera, per invogliare i proprietari a smontarli, ma finora con scarsi risultati. Stiamo studiando con la Procura una soluzione”. E, nel frattempo, i gazebo sequestrati rimangono al proprio posto, con buona pace del codice della strada e dell’incolumità di veicoli e passanti.


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