La discarica di contrada Tiritì: | Di Guardo ascoltato dall'antimafia - Live Sicilia

La discarica di contrada Tiritì: | Di Guardo ascoltato dall’antimafia

Il primo cittadino misterbianchese: "Chiediamo l'annullamento del decreto regionale. Quella discarica non ha una sola cosa in regola". Musumeci, presidente della commissione antimafia: "Sta emergendo un quadro permissivo da parte della pubblica amministrazione finalizzata a favorire il soggetto privato".

CATANIA. Audizione, stamane, davanti alla commisione regionale antimafia per il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo. In queste ore, i parlamentari isolani stanno monitorando la questione in relazione alle discariche di Motta/Misterbianco, Siculiana e Mazzarà Sant’Andrea. “Non c’è una sola cosa in regola sia sul piano giuridico che in quello tecnico: dal 1996 in poi, quella che era la vecchia discarica non ha un solo elemento in regola; quella nuova, di Valanghe d’inverno, che deve stare ad almeno due chilometri di distanza dal centro abitato, presenta tutta una serie di incongrueze che devono portare all’annullamento del Decreto regionale”.

“Sa cosa le dico? Che probabilmente – prosegue Di Guardo – l’assessore Marino è stato destituito per questo motivo: perchè aveva costituito una commissione capace di dire queste cose. Ora riunirò il consiglio comunale ed i comitati perché – ripeto – quel decreto regionale va annullato”.

Intanto, già domani la commissione parlamentare antimafia concluderà le sue audizioni: “Quello che sta emergendo – spiega il presidente Nello Musumeci – è un quadro nel quale si favorisce l’interesse privato a quello pubblico. Oggi, il sindaco Di Guardo ci ha raccontato come la discarica, gestita dalla Oikos, stia procedendo senza autorizzazione. Ha anche aggiunto che, in una giornata come quella di ieri, molti abitanti di Misterbianco hanno dovuto tenere chiuse le finestre per via del cattivo odore “trasportato” dal vento. La commissione sta continuando nella sua fase istruttoria: e posso anticiparle, anzi confermarle, che sta emergendo un quadro fin troppo permissivo da parte della pubblica amministrazione finalizzata a favorire il soggetto privato”.


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