PALERMO – C’era la regia di Cosa nostra bagherese dietro l’ultimo affare della droga scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo. Nicolò Testa, considerato il reggente della famiglia mafiosa, e il suo stretto collaboratore Carmelo D’Amico sarebbero entrati in affari con Salvatore Drago Ferrante, volto noto nel mondo della droga, procacciatore all’ingrosso di cocaina. Sarebbe stato lui a mettere a disposizione i suoi contatti argentini. I prezzi erano molto più bassi e i guadagni maggiori. Una volta giunta a Palermo la droga veniva affidata ad una squadra di cui facevano parte anche Andrea Militello e Pasquale Di Salvo. Le indagini sono una costola del blitz Reset del 2015. È l’anno in cui furono sequestrati cinque chili di cocaina in aeroporto a Buenos Aires e arrestato il corriere Francesco Garifo.
La cocaina avrebbe dovuto essere trasportata da un corriere, fare tappa a Parigi con scalo ad Amsterdam, per poi essere prelevata dai siciliani e trasportata “via terra” a Palermo. Un altro chilo di cocaina, invece, sarebbe giunto a destinazione e smerciato dalla rete palermitana di pusher guidata da Pasquale Testa, figlio di Nicolò, e Salvatore Rotolo. I clienti dei locali consumavano non solo cocaina ma anche MDMA o MD, ed ecstasy, marijuana e hashish.
Ecco l’elenco completo degli arrestati: Gioacchino Bonaccorso, Salvatore Cicala, Giuseppe Faia, Emiliano Pasimovich, Calogero Rio, Salvatore Rotolo, Pasquale Testa, Giacinto Tutino, Carmelo D’Amico, Nicolò Testa, Giuseppe Antonio Giallombardo, Salvatore Drago Ferrante.