PALERMO – Si indaga per corruzione all’Ast. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno acquisito della documentazione nella sede dell’Azienda siciliana trasporti che si occupa dei collegamenti extraurbani su gomma.
La perquisizione è avvenuta negli uffici di via Caduti Senza Croce. Sono stati sentiti, tra gli altri, il presidente Gaetano Tafuri e il direttore generale Andrea Ugo Fiduccia.
Al centro dell’indagine anche la vicenda sollevata da Sebastiano Barone. Il noto rivenditore di pneumatici di Palermo l’anno scorso disse di attendere dall’Ast il pagamento di una fattura di 290 mila euro.
Partendo dai treni di gomme l’inchiesta si sarebbe allargata ad altre forniture e consulenze dell’azienda regionale che negli ultimi periodi ha accelerato sul grande progetto di creare una compagnia aerea. Un progetto stoppato dalla giunta regionale, anche se all’Ast si erano già mossi individuando delle figure professionali.
È la storia di una gara tormentata per duemila pneumatici e un importo di 460 mila euro quella ricostruita nella denuncia di Barone. La gara fu espletata nel 2016. L’imprenditore denunciò subito alcune anomalie che avrebbero dovuto portare all’esclusione di un concorrente. Non andò così. Barone decise di rivolgersi all’Anac, l’autorità anti corruzione che in effetti nel giugno 2017 fece sapere all’Ast che l’impresa andava esclusa.
La gara, nel gennaio 2018, fu aggiudicata a Barone che iniziò la fornitura. Si è andati avanti per mesi fino a quando l’Ast non scrisse una lettera: gli pneumatici forniti dovevano essere smontati e ritirati. Non corrispondevano più alle caratteristiche richieste dal bando.
Nelle more dell’aggiudicazione la casa produttrice aveva terminato la disponibilità dei modelli, ma che quelli nuovi forniti avevano caratteristiche superiori ai precedenti.
Lo dimostrebbe un documento di compatibilità tecnica fra vecchi e nuovi modello del Ministero dei Trasporti. Non è tutto: Barone raccontava che l’Ast avrebbe avviato un’indagine di mercato per chiedere ad altre ditte di completare la fornitura (restano circa 60 mila euro di merce da consegnare).
Una procedura inammissibile, tuonava Barone, perché interviene a ancora in corso. Sembrerebbe che tra le ditte interpellate ci sia proprio quella esclusa su input dell’Anac.