Inchiesta su mafia ed elezioni | De Francisci: "A caccia di favori" - Live Sicilia

Inchiesta su mafia ed elezioni | De Francisci: “A caccia di favori”

Il neo-avvocato generale Ignazio De Francisci, fino a ieri mattina procuratore aggiunto a Palermo, ospite del dibattito sulla lotta al racket organizzato a Villa Filippina nell'ambito del Festival della Legalità, rivela: “C'è una tradizione di politica e mafia che vanno a braccetto. Siccome siamo in campagna elettorale è giusto per chi fa il mio mestiere ricordare a tutti che chiedere voti alla mafia è reato. Ogni tanto qualcuno se lo scorda...”.

Festival della Legalità
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PALERMO – La mafia entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le Regionali. Chiedendo favori in cambio di voti, chiedendo insomma di “andare a braccetto con Cosa nostra”. A rivelare il particolare, proveniente da “numerose intercettazioni in corso”, è stato il neo-avvocato generale Ignazio De Francisci, fino a ieri mattina procuratore aggiunto a Palermo, ospite del dibattito sulla lotta al racket organizzato a Villa Filippina nell’ambito del Festival della Legalità: De Francisci parla di un’indagine in corso e dunque non può entrare nei dettagli, ma racconta di “due mafiosi che parlano tra di loro. Dagli ascolti telefonici sappiamo che ancor più che nel passato Cosa nostra darà i propri voti solo a chi si impegna a ricambiare con concreti favori. Il che costituisce reato. Lo sappiano i nostri amministratori”.
Le intercettazioni fanno parte di un fascicolo secretato. “Ogni tanto – spiega De Francisci – si acchiappa qualche frase tra un mafioso e l’altro, che dicono ‘ma tu chi appoggi? Per chi voti?’. Al di là dei nomi, spunta sempre una frase del tipo: ‘I discursi s’hanno a fare chiari’. I voti quindi non si danno più per simpatia o antipatia, e mai per ideologia, ma solo in cambio di impegni precisi”. Del resto, ricorda il magistrato, “c’è una tradizione di politica e mafia che vanno a braccetto. Siccome siamo in campagna elettorale è giusto per chi fa il mio mestiere ricordare a tutti che chiedere voti alla mafia è reato. Ogni tanto qualcuno se lo scorda…”.
L’altro versante, però, è la diffidenza di Cosa nostra. “Sono parole che illustrano un quadro secondo me preoccupante – prosegue De Francisci -. I mafiosi non si fidano più. Vogliono impegni precisi, vogliono che chi chiede voti a loro si impegni a fare qualcosa per loro. Ciò significa andare a braccetto anche dal punto di vista del codice penale con l’organizzazione Cosa nostra”. Nel vivo della campagna elettorale, l’allarme è lanciato. E c’è già chi trema.


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