La miccia accesa nel Pd doroteo - Live Sicilia

La miccia accesa nel Pd doroteo

Antonello Cracolici ha dato il ben servito a Lombardo guardandosi bene dal rompere definitivamente. Ma nel partito serpeggia il malcontento che potrebbe esplodere nella direzione convocata per lunedì dal segretario Giuseppe Lupo.

Il Pd, o meglio, il gruppo parlamentare del Pd, ha cercato di uscirne a modo suo. Con equilibrismo doroteo, Antonello Cracolici ha dato il ben servito a Lombardo guardandosi bene dal rompere definitivamente. Perché se da una parte i democratici dichiarano esaurito il sostegno al governo (ormai ufficialmente di minoranza), dall’altro non accennano a parlare di sfiducia e continuano a ipotizzare un’alleanza con le forze autonomiste, leggi Mpa, alle prossime regionali. Il Pd rompe, insomma, ma senza fretta. Per evitare il voto d’estate, ci tengono a sottolineare. Come se di questi tempi ci fossero cinque milioni di siciliani con le vacanze ai Caraibi già prenotate. Eppure, nel Pd emergono posizioni diverse. Da Mattarella a Faraone, da Di Benedetto a Donegani, cresce il partito nel partito dei propensi a sfiduciare Lombardo senza attendere oltre. Contraddizioni interne che probabilmente esploderanno alla direzione convocata per lunedì dal segretario Giuseppe Lupo. E che potrebbero portare il fronte del tutti a casa alla fatidica soglia dei 46 deputati, sufficienti a sfiduciare il governo.

Intanto, l’agonia di un governo senza maggioranza e alle prese con dimissioni di assessori già incassate o in divenire, continua. Il presidente dell’Ars Francesco Cascio a Livesicilia dice che un mese in più o in meno, ormai cambia poco. Tanto più, sottolinea il numero uno dell’Assemblea, che al di là dei proclami alla stampa nessuno ha chiesto di calendarizzare il voto di sfiducia al governo. E che le dimissioni di 46 deputati non comporterebbero lo scioglimento automatico perchè in questi ultimi undici anni, guarda un po’, l’Ars non ha mai trovato il tempo di fare una legge che disciplini nel dettaglio questa norma dello Statuto: l’ennesimo segnale di inadeguatezza di una classe politica.

E così tutto procede su binari surreali. Con sullo sfondo vicende quasi divertenti come quella del giallo sulle dimissioni sì-dimissioni no dell’assessore D’Antrassi (e sui festeggiamenti telematici del suo quasi successore), sulle cui sorti circolano ormai leggende metropolitane. Oggi Lombardo potrebbe sostituire l’assessore Marino, facendo accomodare in giunta Riccardo Savona, un altro assessore a tempo determinato. Il tutto nell’attesa che i tecnici in quota Pd come Pier Carmelo Russo o Mario Centorrino decidano che fare della loro poltrona. “Non sia un governo elettorale”, ha ammonito oggi Cracolici in conferenza stampa. Cos’altro potrebbe essere un esecutivo con un orizzonte temporale di due mesi (più tre di ordinaria amministrazione estiva) resta ad oggi un mistero.

Intanto, anche se pochi sembrano essersene accorti, ieri mattina i deputati del Pid e quattro esponenti del Pdl all’Ars hanno annunciato la nascita di un nuovo progetto politico che porterà alla presentazione di una lista civica alle prossime regionali. Il processo di scomposizione dei berluscones, l’ennesimo, parte ancora una volta dalla Sicilia. Ma non sembra fare più notizia.


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