Che sarebbe accaduto se, durante il blitz che ha portato all’arresto di Nitto Santapaola o Bernardo Provenzano, i poliziotti non avessero scovato nessuno nei rispettivi casolari? Un’evenienza possibile, anche quando si va a botta sicura. Gli esperti lo sanno perfettamente. Non accade, invece, che anche i mafiosi siano presi in contropiede tanto quanto gli uomini in divisa. Che non ne sappiano nulla.
Puff. Sparito. E il boss non c’è più. Ipotesi difficile, ma non del tutto (neanche nella realtà). Tant’è che Seba Ambra, scrittore acese dalla penna affilata, ci ha costruito sopra un giallo mozzafiato. La Misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa (Newton Compton editori) è un bel rompicapo.
Anzi, il rompicapo è tutto per una poliziotta della questura di Palermo incaricata, malgrado la sua volontà, di sciogliere i nodi di una vicenda che le piomba addosso come una sfida. Malena Di Giacomo è intelligente, colta, difficile di carattere e irritata perché ha appena rotto con la compagna.
Avete capito bene, Lena è lesbica: “una lesbica con la pistola”, dicitura che la manda in bestia soprattutto quando sono i colleghi a pronunciarla alle spalle. Entrata in polizia per riscattare una colpa non sua, corre contro il tempo per cercare di risolvere un rebus complicatissimo dove tutto è al contrario di come appare.
Al suo fianco c’è lo psicologo toscano Leonardo Colli. Insieme formano una coppia fantastica, almeno sotto il profilo investigativo. Inseguendo tracce misteriose lungo tutta Palermo, scavando nella storia secolare di una città carica di sfumature.
La misteriosa scomparsa di don Vito Trabìa, insomma. Romanzo veloce, imprevedibile, da spulciare fino all’ultimo rigo (nel vero senso della parola). Roba per chi ha lo stomaco forte e un occhio allenato a leggere tra i margini del testo. Di più non si può dire. Se non che Lena e Leo meriterebbero un altro caso su cui lavorare. Perché il duo ha ancora tanto da offrire. C’è da scommetterci.