La morte di Emanuele Scieri | Commissione d'inchiesta a Pisa - Live Sicilia

La morte di Emanuele Scieri | Commissione d’inchiesta a Pisa

Il sopralluogo della commissione parlamentare all'interno della caserma Gamerra di Pisa

L'organo parlamentare, 17 anni dopo, nei luoghi della tragedia che colpì il 26enne siracusano.

SIRACUSA – “Alcuni dubbi sono stati sciolti, altri nuovi ne sono nati” e saranno oggetto di verifica nelle prossime audizioni che riprenderanno a settembre. Si è conclusa stamattina la due giorni ispettiva che la commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri ha effettuato all’interno della caserma Gamerra di Pisa a 17 anni esatti dalla tragedia che colpì il 26enne siracusano e scosse il Paese. Tra le parti della caserma ispezionate: quell’ingresso non ufficiale, e perciò non presidiato, sull’esistenza del quale sono nate discrepanze in sede di audizioni. Dettagli che, insieme con altri “elementi interessanti” (oggi secretati) hanno convinto la commissione a effettuare il sopralluogo.

Non si ferma, dunque, il lavoro dell’organo parlamentare istituito nel novembre 2015 per far luce, dopo 17 anni, su quella vicenda irrisolta. Fu un “omicidio”, si legge negli atti delle indagini condotte dalla magistratura di Pisa, che tuttavia nel 2001 archiviò senza portare nessuno a processo a causa delle troppe reticenze e omissioni. La delegazione di cinque parlamentari della commissione (Sofia Amoddio, Gianluca Fusilli, Giovanna Palma, Massimo Baroni e Giuseppe Zappulla) ha effettuato una visita ispettiva diurna e notturna.

“Ci ha permesso di visionare i luoghi alla luce degli elementi emersi durante le audizioni di militari ed ex militari e di riscontrare alcuni elementi che saranno comunicati non appena possibile”, hanno detto al termine del sopralluogo, in conferenza stampa alla Prefettura di Pisa. “L’obiettivo della commissione – ha spiegato la presidente Amoddio – non è solo quello di trovare conferma a ciò che già gli atti processuali dicono, ovvero che si è trattato un omicidio, ma anche la speranza che proprio dopo tanti anni possa emergere nella coscienza di qualcuno quel sentimento di dignità indispensabile che possa spingere a raccontare la verità di quanto avvenuto quella sera”.

Prima che magistratura ordinaria e militare nel 2001 archiviassero erano stati sentite 750 persone. “L’inchiesta è stata fatta – dice Amoddio  -. Il problema è che qualcuno ha parlato fino a un certo punto”. Dunque l’appello: “Chi sa parli. Chi non ha parlato, o chi non ha detto tutto, oggi ha la possibilità di alleggerire questo peso, di svelare la verità senza temere nulla perché, l’eventuale falsa testimonianza commessa nel ‘99 non può essere perseguibile perché prescritta”. La missione si è conclusa con una piccola cerimonia e una corona di fiori deposta sul luogo della tragedia. A accompagnare i componenti della commissione Scieri c’era il generale della Folgore Giovanni Iannucci. Per questo Amoddio ha espresso un ringraziamento che, ha detto, “non è formale ma frutto di una prima, chiara collaborazione tra corpi dello Stato al fine di trovare la verità su questa assurda tragedia”.

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