La morte di Paolo La Rosa: cade accusa di omicidio per un indagato

Omicidio Paolo La Rosa: cade l’accusa per un indagato

Il giovane fu accoltellato davanti a una discoteca di Terrasini

PALERMO – Cadono al Tribunale del Riesame le accuse di concorso in omicidio e rissa. Annullata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Filippo Mulè, uno dei due indagati per la morte di Paolo La Rosa, il giovane assassinato l’anno scorso a coltellate davanti alla discoteca Millennium di Terrasini.

Il povero Paolo La Rosa

Il giudice per l’udienza preliminare Piergiorgio Morosini nei mesi scorsi aveva assolto dal reato di rissa aggravata Rosario Namio e restituito gli atti al pubblico ministero affinché riformulasse il campo di imputazione per Filippo Mulè in concorso in omicidio e non più nella meno grave ipotesi di favoreggiamento del cugino Alberto Pietro Mulè, autore del delitto che ha sostenuto di avere agito per legittima difesa. Il povero Paolo fu colpito cinque volte con un coltello.

Successivamente il gip aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Filippo Mulè, ora caduta al Riesame. L’indagato resta in carcere perché è coinvolto in un’altra inchiesta per cui viene ritenuto responsabile del tentato omicidio di Pierpaolo Celestre, accoltellato sulla spiaggia Magaggiari a Cinisi. I legali dei familiari di Paolo, gli avvocati Salvatore Palazzolo e Toni Palazzotto, hanno sempre sostenuto che Pietro Mulè non aveva agito da solo.

“Le evidenze disponibili costituite dal filmato estrapolato dal sistema di videosorveglianza – scrivono i giudici del Riesame che hanno accolto lo scorso aprile la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale della difesa, l’avvocato Raffaele Bonsignore – non consentono di confermare il giudizio di gravità indiziaria in ordine ai delitti contestati. La visione del filmato non consente di affermare che l’indagato abbia partecipato attivamente alla rissa per cui si procede”.

Nel video, scrivono i giudici nelle motivazioni depositate, si vede “Paolo La Rosa sferrare ripetutamente quattro violenti pugni al volto dell’odierno indagato, il quale reagiva spingendo indietro contro la paratia in plexiglass“. Fu a questo punto che “Pietro Alberto Mulè si scagliava all’indirizzo di La Rosa colpendola con diversi pugni al volto… Pietro Alberto Mulè estraeva un coltello dalla tasca e dopo essersi avvicinato al La Rosa, il quale si trovava a terra si chinava verso il predetto e lo colpiva con diversi fendenti al collo prima di allontanarsi indisturbato dal luogo del delitto”.

Il cugino Filippo “una volta ricevuta la serie improvvisa di pugni si era limitato a difendersi” e “non si può contestare a Mulè neppure il concorso anomalo perché “non faceva presagire all’odierno indagato l’epilogo omicidiario del tipo di quello verificatosi in concreto”.

Leggi la lettera della mamma del povero Paolo


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