La nave Acquarius a Catania |A bordo il piccolo "Miracolo" - Live Sicilia

La nave Acquarius a Catania |A bordo il piccolo “Miracolo”

Ieri la notizia della nascita del bimbo.

AL PORTO
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CATANIA – E’ giunta questa mattina a Catania, con 70 profughi e un bambino nato ieri a bordo, la nave Aquarius, l’imbarcazione di ricerca e soccorso gestita in partnership da Medici Senza Frontiere (Msf) e SOS Mediterranee. Al neonato è stato dato il nome di Miracle (Miracolo); è nato in acque internazionali alle 15.45 da una donna soccorsa il 24 maggio da una nave della marina militare italiana e in seguito trasferita a bordo dell’Aquarius. Pesa 2,8 chili e sta bene. “Per essere il primo parto della donna, è avvenuto molto rapidamente. Le doglie sono iniziate al mattino presto, ma dopo poche ore di travaglio è nato il bambino. Stanno entrambi molto bene” dichiara Amoin Soulemane, ostetrica di Msf che ha assistito il parto. La neo mamma ha raccontato all’équipe di Msf di aver trascorso un anno in Libia, di essere stata tenuta prigioniera, picchiata, di aver ricevuto pochissimo da mangiare e di aver subito estorsioni per ottenere soldi per il rilascio. Ha detto di essere fuggita con il suo compagno e centinaia di altre persone all’inizio di quest’anno e da allora di essersi nascosta in casa di un amico in Libia, prima di affrontare giovedì scorso la pericolosa traversata del Mediterraneo. “La situazione in Libia è estremamente pericolosa per rifugiati e migranti, che hanno uno scarso accesso alle cure mediche. Se fosse andata in travaglio solo 48 ore prima, avrebbe dato alla luce il bambino in un nascondiglio su una spiaggia in Libia, senza alcuna assistenza medica” dice Aoife Ni Mhurchu, infermiera di Msf. “Mi ha raccontato che la loro barca in realtà era partita mercoledì, ma dopo pochi minuti il motore si era guastato ed erano tornati a riva. I trafficanti hanno detto loro di nascondersi sulla spiaggia, poi sono scomparsi e per 24 ore non sono tornati. A quel punto è stata lasciata lì, terrorizzata, così avanti nella gravidanza, senza cibo né acqua” aggiunge Ni Mhurchu di Msf. (ANSA).


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