La parola mancante e il testimone | Due 'sorprese' al processo Saguto - Live Sicilia

La parola mancante e il testimone | Due ‘sorprese’ al processo Saguto

Le "mosse" dei difensori del magistrato e di Cappellano Seminara.

CALTANISSETTA
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Due colpi a sorpresa al processo al giudice Silvana Saguto che si celebra a Caltanissetta all’aula bunker del carcere Malaspina. Il primo per mano della difesa di uno dei principali imputati, Gaetano Cappellano Seminara. L’avvocato Sergio Monaco ha chiesto l’ascolto, richiesta accolta dal tribunale per la prossima udienza, di un’intercettazione che pare sia stata trascritta con un’omissione. La parola chiave è “catasto” legata all’altra parola documenti, che insieme a “consegna” forma la famosa frase che avrebbe incastrato gli imputati. Infatti per l’accusa i documenti sarebbero i denari, 20 mila euro che Cappellano Seminara consegnò alla giudice. Ma per la difesa aggiungendo la parola omessa, la tesi dell’accusa ovvero la corruzione cadrebbe. Secondo colpo di scena l’arrivo di un testimone della difesa: si tratta di Roberto Nicitra stretto collaboratore dell’ex re degli amministratori giudiziari, che ha dichiarato di essere stato con l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara durante la sera dell’assemblea del sequestro Ponte, all’Hotel Astoria il 29 giugno. Quella sera secondo la ricostruzione dell’accusa Cappellano Seminara andò ad intascare la mazzetta che l’indomani il 30 giugno avrebbe consegnato dentro un trolley al giudice Silvana Saguto allora presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

Questa versione però non coinciderebbe con le dichiarazioni dell’architetto Giuseppe Caronia, che aveva detto ai giudici di essersi incontrato la stessa sera alle 20,30 circa con Seminara per consegnargli i soldi. Il testimone ha traballato sulle domande del Pm Claudia Pasciuti riguardanti le date delle varie riunioni che si sono succedute in quei giorni all’ Hotel Astoria. Il punto fermo è che Roberto Nicitra ricorda il giorno esatto perché conobbe per la prima volta un commercialista che faceva parte dell’assemblea che approvò il bilancio della misura Ponte ovvero Ciro di Vuolo, anche lui sentito in aula. Il Pm Claudia Pasciuti ha incalzato il teste per comprendere la reale natura del ricordo di Nicitra.

La prima parte dell’udienza è stata dedicata al controesame delle parti civili. La protagonista è stata la famigerata Ferrari che fu portata secondo le parti civili con un dispendio eccessivo di denaro da una parte all’altra dell’Italia per essere venduta, faceva parte del sequestro Padovani. E’ stato l’avvocato Sergio Falcone parte civile per la famiglia a scavare anche nei dettagli della vicenda Ferrari. Ma la scintilla che ha fatto scattare il tandem d’attacco delle difese Sergio Monaco e Ninni Reina quest’ultimo difensore del giudice Saguto, sono state le domande dell’avvocato Antonio Pecoraro che ha chiesto se dentro il trolley i documenti fossero stati messi insieme alla biancheria intima e se la valigia fosse stata aperta dinnanzi al giudice che avrebbe visto dunque anche la biancheria intima dell’avvocato Cappellano Seminara. “Chieda scusa alla corte” ha tuonato Ninni Reina. La prossima udienza mercoledì 29 maggio.


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