Bar, macellerie, immobili: 3 confische c'è pure il capomafia

Bar, macellerie, case: tre confische. C’è pure il capomafia di Porta Nuova

I provvedimenti emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale

PALERMO – Bar, macellerie, immobili e rapporti bancari. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito tre provvedimenti di confisca emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale nei confronti di Stefano Bologna, 63 anni, Tommaso Di Giovanni, di 59, e degli eredi di Nicolò Testa, deceduto nel 2023.

Stefano Bologna

Stefano Bologna fu arrestato nell’ottobre 2021 nel blitz “Nemesi” e condannato a 2 anni e 8 mesi per spaccio di hashish e marijuana. L’inchiesta svelò che la droga veniva conservata persino nelle camerette dei bambini; le bustine confezionate sotto gli occhi dei figli. Interi nuclei familiari erano coinvolti nel lavoro sporco. I beni di Bologna, fra la “Caffetteria Scafidi” in via Angiò a Bagheria, valgono mezzo milione di euro. La confisca è di primo grado, dunque non definitiva.

Tommaso Di Giovanni

Irrevocabile, invece, quella che riguarda il boss Tommaso Di Giovanni coinvolto per ultimo, a marzo 2019, nell’operazione “Atena”. Sta scontando 15 anni e mezzo di carcere per avere guidato il mandamento si Porta Nuova. È fratello di Gregorio, il boss che ha partecipato alla riunione della cupola nel 2018, e di Giuseppe che sta seguendo a piede libero il processo in cui è accusato di avere guidato il mandamento. Di lui si diceva che era “un pilastro” a Porta Nuova.

A Tommaso Di Giovanni sono stati confiscati beni per 700 mila euro, tra cui una macelleria alla Zisa e due case, una delle quali di dieci vani.

Nicolò Testa

Nicolò Testa è stato arrestato nel 2015 nell’operazione “Panta Rei”. Per l’accusa di aver retto la “famiglia mafiosa di Bagheria” è stato condannato in primo e secondo grado a 13 anni e 6 mesi di reclusione. Sarebbe stato coinvolto anche nella gestione della latitanza di Bernardo Provenzano. Nel giugno del 2022 era tornato in libertà. Il provvedimento di confisca irrevocabile riguarda beni per circa 800 mila euro, tra cui una impresa edile.


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