Pensate che i problemi della Sicilia siano la crisi della legalità, l’insipienza della politica, l’inefficienza della macchina pubblica, le risorse finanziarie bruciate, il disastro idrogeologico, la mancanza di lavoro, l’accresciuta povertà, l’esclusione sociale, l’abbandono scolastico, lo spopolamento, il sistema dei trasporti collassato? Ma no! La piaga della Sicilia rimane il traffico!
Nel capolavoro di Benigni, datato 1991, l’ineffabile “avvocato-zio” raccontava allo stralunato Dante, alias Johnny Stecchino, che noi siciliani, a fronte di inestimabili glorie e bellezze, siamo famosi nel mondo anche per qualche noterella negativa; la terza, e più grave, delle disgrazie isolane (dopo l’Etna e la siccità) era il traffico. Quasi trent’anni dopo, statistiche alla mano, dobbiamo confermare l’acuta diagnosi.
Il TomTom Traffic Index 2019, che descrive la situazione del traffico mondiale mediante una campionatura di ben 403 città in 56 paesi, calcolando l’impatto della congestione stradale e le ore che si perdono negli ingorghi quotidiani, rivela che dopo Roma – ove gli automobilisti trascorrono nel traffico il 39% di tempo in più rispetto ai valori medi – le città d’Italia maggiormente afflitte dal problema sono Palermo (35%), Messina (32%), Genova (31%) e Napoli (30%). Balzata in vetta alla classifica, la capitale d’Italia strappa il primato alla capitale del Regno di Sicilia; in controtendenza rispetto al 2017, per Palermo viene segnalato un miglioramento del -1% in contrapposizione a Roma, che invece ha avuto un incremento del traffico del 2%, riconfermandosi la città più caotica d’Italia.
La Sicilia tuttavia si difende: i messinesi, che tra spazzatura, assenza di trasporti urbani e decrescita costante della popolazione non si fanno mancare niente, hanno appreso con soddisfazione che la città dello Stretto è la new entry nella top five. Catania tiene posizione collocandosi al settimo posto della top ten con un buon 28% di tempo extra di percorrenza rispetto al normale, e vanta un primato: la strada più trafficata dell’intera Sicilia, la Tangenziale di Catania, in cui l’Anas ha rilevato un picco di 82mila veicoli in un giorno solo. La rivale storica della Sicilia, Napoli, col suo 30 %, che resti lì, tra Messina e Catania, al quinto posto.
In Europa, le città più intasate sono Mosca, Istanbul e Bucarest. Roma è dodicesima, seguita a distanza da Londra e Parigi, rispettivamente al 17° e 18° posto, mentre la nostra Palermo, preceduta da cotante capitali, al 19°. Messina è al posto numero 35 e Catania “solo” al 71.
Nel “world rank” troviamo Mumbai al vertice della classifica mondiale; seguono Bogotà, Lima, Nuova Delhi e la già top traffic city europea Mosca, mentre Roma conquista il 31° posto. Palermo si colloca al 48° e Messina al 75°, comunque prima di Toronto (76°) Lisbona (77°) Hong Kong (79°) Singapore (88°) Città del Capo (90°) e Berlino (91°).
Queste statistiche sui livelli di traffico nei sei continenti, ricavate in base a dati obiettivi di percorrenza misurata su strada, disegnano una mappa globale fornita agli automobilisti e alle autorità stradali, alla politica e alle istituzioni, ai produttori di automobili e agli urbanisti, perché ne facciano buon uso. L’intento è eccellente, ma, come è noto, l’inferno (in questo caso icasticamente rappresentato, specie in questa stagione, dai gironi danteschi delle strade cittadine) è lastricato di buone intenzioni.
Al di là d’una facile ironia, il problema risparmia solo Artide e Antartide. In effetti, nell’isola di ghiaccio, la virtuosa Reykyavik è riuscita a far diminuire l’intensità del traffico scendendo in classifica dal posto n. 281 del 2017 al n. 309. Un dato curioso, relativo al trend nordeuropeo, emerge da un’indagine personale, non contemplata dai ricercatori della TomTom: in Groenlandia è in decrescita il numero delle slitte trainate dai cani a causa del rapido scioglimento dei ghiacci artici, causato dall’inizio anticipato della stagione di fusione.
A livello globale, gli ingorghi stradali sono in continua crescita; quasi il 75% delle città che il nuovo Index ha analizzato mostrano quote di traffico in aumento tra il 2017 e il 2018, con solo 90 città che registrano una diminuzione. Ci sono differenze tra i vari continenti: in Asia c’è stato un significativo calo negli standard a Jakarta (-8%); in Sud America, invece, c’è stato un generale incremento; il più rilevante riguarda Lima (8%). Come ha dichiarato Ralf Peter Schaefer, VP Traffic Information di TomTom, il fatto che il traffico stia crescendo rappresenta “sia una buona sia una cattiva notizia: è buona perché indica un’economia globale forte, ma d’altro lato gli automobilisti perdono molto tempo seduti nel traffico. E questo senza citare il grande impatto ambientale”.
A causa dell’eccesso di automezzi, difatti, il mondo tecnologicamente evoluto soffre di cattiva salute ambientale. L’Isola del sole è diventata la terra dello stress e dell’inquinamento. Il tempo che indebitamente si trascorre in auto ha superato da tempo la soglia di guardia. A ben riflettere, è come se ci venisse accorciata la vita. Le ore passate in macchina sono sottratte ad altre attività, come anche al riposo; bruciamo, oltre che il carburante, minuti preziosi, che nessuno ci restituirà mai. Fa un certo effetto pensare che, nell’universo mondo, solo in altre quarantasette città ci siano automobilisti più avviliti di quelli palermitani. Gli orari di punta? 8 del mattino e tra le 17 e le 18; nell’arco della settimana, il giorno peggiore per mettersi alla guida è il mercoledì. Le strade da evitare? Corso Calatafimi, via Oreto, corso Alberto Amedeo, via Ernesto Basile, via Leonardo da Vinci e via Mariano Stabile.
Conduciamo in parallelo, rispetto a quella sul traffico automobilistico, una velocissima disamina sociale. Il Quality of Life Index 2019, stilato da Numbeo, il maggiore database mondiale che fornisce informazioni sulle condizioni esistenziali, colloca, fra le città italiane con la migliore qualità della vita, Bologna al 53° posto, Torino al 66° e Milano al 70°. Tra gli indici presi in considerazione vi sono costo della vita, potere d’acquisto, inquinamento, tassi di criminalità, sistema sanitario, e anche il traffico, proprio riguardo ai tempi di percorrenza. Roma, nonostante il traffico, è al n. 75°, presente seppur in fondo alla classifica. Se proviamo a digitare “Palermo” nella finestra di ricerca di Numbeo appare un tranchant “No matching records found”.
Rievochiamo nuovamente la mitica scena citata in apertura, nella quale il suadente Paolo Bonacelli, improvvisato Cicerone di un Benigni appena giunto in Sicilia, sulla piaga del traffico “che veramente diffama la Sicilia e in particolare Palermo agli occhi del mondo”, affermava di essere pieno di vergogna “perché in buona sostanza purtroppo non è la natura, ma l’uomo”. Non c’è altro da aggiungere.