CATANIA – Era tutto lì con cinque anni d’anticipo, verrebbe da dire. Tony Sciuto, l’uomo accusato di avere ucciso questa notte l’ex fidanzata Vanessa Zappalà con sei colpi di pistola, maneggiava metaforicamente le armi da tempo, sotto forma di immagini e fotografie postate sul suo profilo Facebook. Un immaginario ricco di riferimenti alla violenza, rimasti innocui fino a che non sono diventati profetici.
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“I love you”
Una cultura, un modo di essere, riassunti da un’immagine postata come profilo nel 2017: un uomo e una donna, lui con una scritta sulla schiena, “I Love you”, lei che guarda ignara un panorama. Nello stesso istante, l’uomo punta una pistola alla sua testa. Fotografie che si possono trovare in ogni angolo della rete, e che rimangono, nella maggior parte dei casi, semplici parti di un universo di riferimenti pop. Fino al momento in cui invece non cambiano di segno, passando a testimoni e spie accese di una mentalità in cui pistole e relazioni si uniscono, e in cui è sempre lui a tenere la pistola puntata.
“Non dimentico nulla…”
Ma è anche un’altra la coincidenza, a cui gli eventi danno tutta un’altra colorazione. Un’altra immagine postata da Sciuto ritrae l’Al Pacino di “Scarface”, film culto a cui la stessa vittima Vanessa Zappalà aveva fatto omaggio nel suo profilo. I dettagli, però, fanno tutta la differenza: Sciuto aveva scelto di postare un’immagine con parole, “Non dimentico nulla, aspetto solo il momento giusto”. Ancora una volta un post di cinque anni fa, ma che fa pensare. Le altre foto ritraggono, in maggior parte, Sciuto accanto a dei mezzi di trasporto, motociclette, auto. A volte fanno capolino una maglietta con la scritta “Narcos” e un kalashnikov.