E chi l’avrebbe mai detto che alla fine Angelino Alfano avrebbe fatto la guerra per restituire una poltrona? Accade anche questo in questi folli scampoli di fine legislatura a Roma. Dove il partito della poltrona, il fu Ncd oggi Alternativa popolare, si trova al centro di un bel pasticcio maturato in commissione Affari Costituzionali al Senato. Un pastrocchio divenuto i l caso politico delle ultime 48 ore. Che ha portato sotto le luci della ribalta il siculo senatore centrista Salvo Torrisi, già fedelissimo del duo Firrarello-Castiglione, oggi presidente di commissione per grazia ricevuta.
Torrisi è stato eletto presidente della commissione grazie a un’alleanza variopinta che si è saldata in chiave anti-Renzi, scippando così la poltrona che sarebbe spettata al Pd, visto che a lasciarla vacante era stata l’altra siciliana, Anna Finocchiaro, promossa ministro da Gentiloni. Un incidente che ha messo parecchio in imbarazzo Alfano, che ha chiesto a Torrisi, inascoltato, di fare un passo indietro.
“Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali”, ha commentato Alfano, spiegando di avere avvisto Torrisi che “ la sua presenza alla presidenza della Commissione è alternativa alla sua presenza in Ap”. Ma il politico catanese, già democristiano, poi forzista e infine alfaniano, la poltrona se l’è tenuta stretta. Dicendosi “preoccupato per Alfano”. E offrendo del partito del ministro degli Esteri, che perde così un altro pezzo dopo Schifani e Pagano, un’immagine di anarchia interna che non rappresenta certo il miglio r viatico per accreditare i centristi come alleati di ferro di Renzi per le prossime Politiche.