La politica, si sa, si fa nei corridoi. Nei corridoi dei Palazzi, nei disimpegni delle stanze di partito, nelle reception degli hotel in cui si tengono le assemblee. Questa mattina i lavori congressuali dei democratici si sono aperti con la prima relazione di Pepppino Lupo, neoeletto segretario regionale dei democratici. Il leader siciliano ha iniziato la sua relazione citando il cardinale Pappalardo: “lui dice che Palermo salverà Palermo. Io allargo il campo d’intervento e dico che i siciliani salveranno la Sicilia. Bisogna essere alternativi a questa destra, per restituire ai siciliani speranza e fiducia nella politica bisogna essere riformisti e bisogna non rincorrere le destre”. Una dettagliata relazione nella quale, con questo presupposto, Peppino Lupo sembrava avere dato una speranza ai tanti giovani del partito che a gran voce ribadiscono il loro no all’accordo regionale trasversalmente rinominato “concorso esterno”. Duri gli attacchi di Lupo al governo dell’Isola: “gli autonomisti di Lombardo non possono, da un lato, votare a livello nazionale la riforma Gelmini, salvo poi, a livello regionale, dare ragione alle organizzazioni sindacali che protestano contro i tagli”. In modo ancora più critico si è espresso il nuovo segretario sulla politica economica: “vi posso assicurare che il Dpef faceva schifo”. Poi un appello ai vertici nazionali del suo partito, questa volta chiamando in causa le parole di Don Milani: “non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali”. “C’è bisogno – ha detto Lupo – di maggiore attenzione alla questione siciliana, da parte del governo, ma anche dentro il partito”. Poi il dettaglio dei temi affrontati dal segretario: dall’attenzione alle donne, ai giovani, alla green economy, alle politiche ambientali, alla lotta alla dispersione scolastica, al precariato. Fino a ritornare sulle recenti mosse politiche degli autonomisti, sottolineando come i lombardiani, per esempio, in Parlamento abbiano votato contro l’emendamento sulla vendita all’asta dei beni confiscati alle mafie. “Io credo – ha asserito Lupo in prima battuta – che questo sia l’epilogo della paralisi amministrativa del governo Lombardo, che non è stato in grado di contrastare la crisi economica. Ma bisogna anche prendere atto che, a seguito di una nostra esplicita richiesta di dichiarare conclusa l’alleanza col centrodestra, Lombardo ha usato termini forti. Ha parlato prima di “alleanza dissolta”, per poi arrivare a dichiarare di aver reciso il cordone ombelicale con la vecchia maggioranza. Questo è un fatto di cui il nostro partito deve tenere conto”. Insomma, un colpo al cerchio, l’altro alla botte. Lupo critica ma non chiude a Lombardo, precisando che il Pd non sarà presente nella nuova giunta né con assessori politici, né con tecnici, ma non escludendo la prospettiva del concorso esterno. Infine un appello ai democratici siciliani, in chiusura di relazione e prima di aprire il dibattito, all’unità partitica: “non possiamo correre il rischio di dividerci per valutare scenari politici futuri su cui nessuno di noi oggi può avere certezze”. Il dibattito interno inizierà nel pomeriggio, dopo la pausa per riflettere sulla linea indicata dal nuovo leader. Ma intanto, tra i corridoi dell’Astoria Palace, la politica non si ferma: qualcuno commenta “purtroppo”, qualcun altro sorride e dice “fortunatamente”. Quasi tutti, seppur da posizioni contrastanti, danno per certa la scelta dell’appoggio esterno al governo regionale. Per ora bisogna accontentarsi del parlottìo lungo i corridoi. In attesa che la linea politica di cui tutti parlano a bassa voce sia ufficializzata sul palco dell’assemblea.
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