La rivolta dei comuni siciliani: | "Siamo sull'orlo del dissesto" - Live Sicilia

La rivolta dei comuni siciliani: | “Siamo sull’orlo del dissesto”

Da sinistra il sindaco di Camporeale Vincenzo Cacioppo, quello di Partinico Salvatore Lo Biundo, quello di Canicattini Bagni Paolo Amenta, il segretario dell'Anci Emanuele Alvano, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il sindaco di Avola Gianluca Cannata e il consigliere comunale di Palermo Giulio Tantillo

L'associazione all'attacco della Regione: "Tagliano i trasferimenti e noi non possiamo garantire i servizi. Pensino a tagliare i loro consulenti e ad accorpare gli assessorati. Siamo prossimi al baratro". Il 5 maggio l'assemblea a Palermo.

PALERMO – I comuni siciliani scendono in campo contro la Regione e convocano per lunedì 5 maggio una grande assemblea a Palermo per gridare il proprio grido d’allarme sui conti in dissesto. Una protesta per certi versi clamorosa che è stata illustrata questa mattina a villa Niscemi dall’intero ufficio di presidenza dell’associazione dei comuni siciliani, guidata dal primo cittadino del capoluogo Leoluca Orlando.

“Qui rischia di non bastare nemmeno il commissariamento della Regione – attacca orlando – serve fermare la folle corsa verso l’abisso. Al posto del presidente Crocetta, chiederei io il commissariamento della Sicilia. Il governatore dice di voler fare un passo in avanti? Si fermi, perché finisce nel baratro”. Un attacco dai toni duri nei confronti di una Regione che, a detta dell’Anci, ha continuato a tagliare i trasferimenti a fronte di servizi essenziali che gli enti locali non sanno più come garantire.

“Abbiamo pensato che fosse necessario non un’assemblea degli organi dell’Anci, ma una convocazione di tutti gli amministratori comunali, assessori e consiglieri compresi – spiega Orlando – i comuni sono tutti in dissesto perché, in presenza di adempimenti che vanno posti in essere, non abbiamo non dico la certezza, ma nemmeno indicazioni sulle risorse disponibili. La nostra è una critica molto forte nei confronti della Regione che costringe i comuni all’incertezza e alla precarietà, non c’è un assessorato alle amministrazioni comunali. Noi presenteremo un testo al governo e al parlamento nazionale, perché il federalismo comunale è l’unica via d’uscita. L’assessore Marino aveva attaccato le discariche private: ebbene, il risultato è che Marino non c’è più ma le discariche sì”. Non è certo la prima volta che gli enti locali vanno all’attacco di Palazzo d’Orleans, ma stavolta il coro di critiche è unanime, trasversale e supportato da cifre impietose.

Qualche esempio? I comuni pagano una retta giornaliera di 74 euro per i minori stranieri non accompagnati, ma al netto dei 20 assicurati dallo Stato la Regione non versa i suoi 54 che sono tutti a carico dei comuni. Ma gli enti locali devono far fronte anche ad altre emergenze: dai rifiuti allo stipendio dei precari, passando per i fondi europei. E poi c’è la grande incompiuta dei liberi consorzi. “Oggi 190 comuni non sono in grado di approvare i bilanci di previsione, la legge del 2009 sul federalismo fiscale non è stata applicata – spiega Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni – hanno solo fiscalizzato i trasferimenti, lo stato non dà più soldi ai comuni siciliani che devono prenderli dalle tasse. Il sistema dei comuni è imploso. La riforma dei liberi consorzi ci ha lasciato 180 milioni di stipendi da pagare nel 2014 e la manutenzione di mille immobili e 10mila chilometri di strade. La Regione per ora ha messo in bilancio appena 20 milioni”. Ma il problema è anche che, in mancanza di norme che specifichino le competenze dei liberi consorzi, sarà complicato per i comuni dover scegliere entro sei mesi a quale aderire. “Se i liberi consorzi si occuperanno di rifiuti – continua Orlando – sarà più conveniente aderire a un libero consorzio in cui c’è già una discarica e che quindi mi farà pagare meno, o se si occuperanno di acqua sarà più conveniente aderire a quello col depuratore per evitare denunce della magistratura. E invece oggi abbiamo solo commissari nominati in eterno”.

Il 5 maggio i comuni si ritroveranno così ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo dove per un’intera mattinata si discuterà di precari, fondi europei, Expo 2015, federalismo fiscale, riforme e servizi per poi alle 15 incontrare la stampa. “La crisi che vivono i comuni è sotto gli occhi di tutti – aggiunge Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia a Palermo e componente dell’ufficio di presidenza insieme al sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, a quello di Avola Gianluca Cannata e al segretario Emanuele Alvano – ma non può essere solo la battaglia dell’Anci, deve essere unitaria con i consigli comunali. Proporrò pertanto in quella sede che il documento venga condiviso dai consigli comunali siciliani”. La scadenza più imminente è quella del 30 aprile, quando i comuni dovranno approvare i bilanci consuntivi, che poi diverranno dal 2015 consolidati. Una data temuta da tutti gli enti locali, tra cui Palermo: “Anche se abbiamo i conti in ordine – dice infatti Orlando – senza trasferimenti saremo in dissesto anche noi. Comunque lo approveremo entro il 30”.

“Per pagare i contrattisti – dice il sindaco di Camporeale Vincenzo Cacioppo – siamo costretti a ricorrere alle anticipazioni di cassa, su cui paghiamo interessi che vengono considerati un danno all’erario. Sul tema dei rifiuti la Regione non ha mai parlato con noi e ci ritroveremo, grazie a Srr e Aro, con i privati nuovamente a gestire il servizio. L’assessore Marino era l’unico a capirne qualcosa ed è stato per giunta sostituito. Io nel mio Comune non posso assumere un Ragioniere generale o un Ingegnere capo, è impossibile andare avanti così”. Ad oggi i comuni incassano quattro tributi: l’Irpef, l’Imu sulla seconda casa, la Tari e la Tasi, già tutte al massimo delle aliquote e che adesso non basteranno considerati i 100 milioni in meno del fondo autonomie locali, che servivano a pagare i mutui. Per questo chiedono anche alla Regione di stringere la cinghia accorpando gli assessorati e tagliando dirigenti esterni e consulenti e di “aprire” i libri contabili.

 


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