La rivoluzione dei sindaci - Live Sicilia

La rivoluzione dei sindaci

Si sono ritrovati nel capoluogo siciliano i sindaci di Palermo, Lamezia Terme, Bari e Napoli. L'obiettivo è unire le voci degli apparati locali e avere la possibilità di gestire autonomamente i fondi comunitari.

Il "patto" siglato a Palermo
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Una rivoluzione che parte da Sud, da Palermo, dove il sindaco Orlando ha incontrato i suoi omologhi di Napoli, Luigi De Magistris, Bari, Michele Emiliano e Lamezia Terme, Gianni Speranza, per sottoscrivere idealmente un patto che funga da scintilla per l’innesco di un’insurrezione amministrativa che stravolga il rapporto tra amministrazioni comunali e Governo centrale allo scopo di trovare un giusto finale alla crisi sociale prima che economica che sta attraversando il Paese.

“Oggi – ha detto Leoluca Orlando – i sindaci sono l’unico punto di riferimento della gente, in quanto l’attuale legge porcellum ha tagliato ogni connessione tra parlamento e territorio. Adesso i parlamentari non hanno più un elettorato a cui dover dare risposte. Siamo rimasti gli unici interlocutori a cui comunicare il disagio sociale che si sente al sud come al nord, tanto da rischiare una vera e propria guerra civile come fu per le banlieue francesi. Noi sindaci siamo gli ammortizzatori democratici delle tensioni del Paese”.

Basta con l’accentramento regionale. I sindaci si sono scagliati contro un sistema di gestione dei fondi europei che vede le regioni come attori principali per l’erogazione dei finanziamenti, chiedendo che ogni comune abbia la possibilità di gestire autonomamente i fondi comunitari di cui ha bisogno, pur sotto la morsa di severi controlli che puniscano chi fa un uso meno virtuoso dei finanziamenti concessi. “É necessario – ha continuato Orlando – che il Governo riconosca i comuni come organi intermedi nella gestione delle risorse europee, evitando così che le assegnazioni di questi rispondano, come spesso accade, a logiche clientelari”.

Al sindaco di Palermo ha fatto eco il collega De Magistris. “Metteteci alla prova – ha aggiunto il sindaco di Napoli – Non vogliamo la solita ondata di finanziamenti, chiediamo semplicemente di poter provare a contare sulle nostre forze, anche con il rischio di sanzioni qualora dovessimo sbagliare, purché ci si metta alla prova”.

Un patto che va oltre le appartenenze e strizza l’occhio a Tosi e Pizzarotti, ma un secco ‘no’ a un partito dei sindaci. “Creare un partito sarebbe riduttivo – ha spiegato De Magistris – tantomeno un altro carrozzone che bruci risorse, tutt’altro, sono già in atto contatti con molti sindaci del nord, contiamo infatti di riunire tutti i sindaci, perché il dramma quotidiano è vissuto a Palermo come a Milano. Vogliamo essere un movimento che, piuttosto che lamentarsi, porti istanze al Governo per far fronte alla crescente insofferenza”. “Il sud – ha concluso il sindaco di Bari Michele Emiliano – deve diventare un mezzo di supporto economico della ripresa del Paese. D’altronde le aree meno sviluppate storicamente sono quelle che possono garantire la crescita maggiore nel minor tempo. Oggi invece di puntare su queste aree, sembra che l’unico nemico sia l’inflazione e si procede con questa economia usuraria che sta uccidendo le città. Abbiamo molte proposte da fare, come l’avvio di un dialogo concreto con i paesi del Mediterraneo. Non possiamo rimanere inascoltati”.


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