CATANIA – Puccio La Rosa, vicepresidente del Consiglio comunale e responsabile di Futuro e Libertà per l’Italia alle falde dell’Etna, seppur giovane (ha 36 anni), è un volto assai conosciuto della destra catanese. Esponente del Fronte della gioventù prima e di Alleanza nazionale dopo, è transitato nel Pdl, per poi seguire Gianfranco Fini nell’avventura, certo non esaltante, di Fli. Con lui Live Sicilia Catania ha discusso dei prossimi assetti politici della città. Per le prossime elezioni amministrative, La Rosa ha le idee chiare: “Bianco è una delle risorse di Catania”.
Il candidato ideale per Palazzo degli Elefanti?
Quello che riuscirà a capire che il rinnovamento parte dal territorio e dalla capacità di mettere in discussione la politica degli ultimi 20 anni evitando di dire che le colpe sono solo degli altri.
Ma chi potrebbe realmente incarnare il nuovo corso di Catania?
Enzo Bianco è sicuramente una delle più belle espressioni della città e una delle sue risorse. Può diventare la soluzione se riuscirà a sganciarsi dal suo partito, il Pd, che a Catania appare arroccato su se stesso e incapace di rinnovarsi e di darsi una linea condivisa dalle diverse anime di riferimento. Un patto per Catania targato 2013 può avere un senso a condizione, però, che esprima tutte le espressioni culturali, sociali, economiche e politiche della città e che riesca anche a rappresentare una alleanza fra generazioni.
Chi come lei ha una chiara storia personale e politica di destra, che scenari vede per sé e per la propria parte?
Per quanto mi riguarda, come sempre io scelgo di stare con i cittadini. Oggi, più di ieri, occorre lavorare con quanti intendono costruire una politica basata su presupposti culturali, sociali ed economici rispondenti alla società in cui viviamo e distante da divisioni ideologiche, che appartengono al passato, e a quanti non intendono favorire quella che io chiamo la “rivoluzione delle persone perbene”. Io ho senza dubbio un’impostazione culturale e sociale di destra, ma questo non vuol dire che su proposte chiare e programmi seri e capaci di dare sul territorio risposte ai cittadini non si possano trovare convergenze anche con uomini di centro sinistra.
Molti nel centrodestra siciliano stanno cominciando a guardare all’ipotesi Pd come a un approdo plausibile. Lei che cosa ne pensa?
Io auspico la morte politica tanto del Pd quanto del Pdl. Sono entrambi l’origine dei mali che tanto la Sicilia quanto l’Italia stanno vivendo. I cambi di casacca credo non interessino più a nessuno e sono uno dei primi motivi della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. Come ho già detto penso che occorra lavorare per costruire percorsi politici aderenti alla società di oggi e capaci di ricostruire un legame con i cittadini.
Veniamo al futuro di Catania. Il Pdl è a pezzi, il Pd idem, con profondissime divisioni, anche e soprattutto personali. Sullo sfondo, la crescita inarrestabile del Movimento 5 Stelle. Quale soluzione per la città?
A Catania occorre creare una convergenza fra quanti la amano realmente. È indispensabile risvegliare l’orgoglio dei catanesi e rimettere la città sui binari della crescita e dello sviluppo. In questi anni la classe dirigente che ha gestito è stata interessata esclusivamente all’acquisizione di rendite di posizioni e di privilegi ed è mancato un progetto che esprimesse una visone complessiva della città. Un esempio evidente in questo senso è offerta dalla proposta di Prg presentato, che manca d’idee guida e di dati caratterizzanti, finendo con l’essere il compitino da presentare per non farsi rimproverare dalla maestra. Stessa cosa dicasi per il tanto sbandierato piano del traffico, fatto senza neanche interpellare le categorie. In questo quadro s’inserisce la crisi dei partiti tradizionali e il vuoto di offerta politica. Ecco perché ritengo che occorra lanciare un grande progetto civico, trasversale, capace di coinvolgere tutti i cittadini e di esprimere un’alternativa forte di governo della città. Il mio appello in questo senso è quello di fare tutti un passo indietro, per permettere a Catania di farne due in avanti. Ciò che occorre evitare e che si continui sulla strada di questi anni.
Crocetta a Palazzo d’Orléans. Quali gli effetti possibili su Catania?
Non ho la sfera di cristallo e non intendo unirmi a quanti in questi giorni parlano di Crocetta come dell’uomo dei miracoli. Crocetta andrà valutato sulla base di quello che farà. Per adesso abbiamo un non assessore della nostra provincia, Battiato, o meglio Franco, come ha chiesto di essere chiamato. Insomma staremo a vedere.