Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervenendo alla trasmissione Mattino Cinque ha parlato di immigrati: “Dobbiamo essere pronti a migrazioni bibliche – ha detto La Russa -. Una missione di pace in Libia al momento non è nemmeno presa in considerazione, anzi non ne abbiamo mai neanche lontanamente parlato. Non credo che sarà ipotizzata perché non credo che siamo nelle condizioni in cui le missioni di pace siano mai state attuate. Però – ha aggiunto – se la situazione si evolvesse, tutto, naturalmente, si può modificare”.
Tuttavia, ha ribadito, “al momento non l’abbiamo mai presa in considerazione”. La Difesa ha messo a disposizione alcuni ex siti militari per ospitare gli immigrati che dovessero riversarsi in massa in Italia dalla Libia e dagli altri Paesi dal nord Africa: si trovano tutti nel centro-sud, ma il ministro Ignazio La Russa non dice dove, per evitare che la gente possa “allarmarsi”. Anche se non ce n’é ragione. “Ho fornito al ministro dell’Interno, con cui sono in continuo contatto – ha detto La Russa – un elenco di luoghi dove si possa immaginare, nel caso ci fosse questo flusso, di accogliere le persone che arriveranno, mentre il centro di Mineo sarà destinato ai richiedenti asilo”. Ma “non è il caso di dare il nome dei siti – ha proseguito – perché non dipende da me la decisione finale e quindi potrei dare notizie poi non confermate dalla realtà, anche se si tratta di regioni tutte non lontanissime dal posto dello sbarco, nel centro-sud”. Inoltre, ha detto ancora il ministro, “la gente potrebbe allarmarsi, senza ragione peraltro, perché si tratterà comunque di luoghi dove potranno essere ospitate delle persone in assolute condizioni di sicurezza”.
Le notizie sui possibili sbarchi in massa di profughi “sono sicuramente verosimili”, ha detto La Russa, sottolineando che “tutti sanno che, già in condizioni normali, la Libia era un punto di partenza di molti barconi carichi di immigrati e che questo flusso si è interrotto in seguito all’accordo” con Gheddafi. “In una situazione del genere, dunque – ha aggiunto – potrebbe esserci un flusso straordinario e noi sappiamo che i soli stranieri che lavorano in Libia sono 2 milioni e mezzo: una percentuale di questi potrebbe tentare di raggiungere l’Europa. Dobbiamo essere preparati – ha concluso – a migrazioni bibliche”.
Le navi della Marina militare sono state mobilitate non per fronteggiare e contrastare l’invasione’ di profughi dalla Libia, ma per l’eventuale evacuazione degli italiani dal Paese. “E’ stata la mia prima iniziativa, prima ancora della riunione interministeriale – ha detto La Russa – mobilitare alcune navi, ma solo per essere pronti a prestare soccorso ai nostri connazionali, e, ove occorresse, anche ad altri cittadini non italiani che si trovassero in difficoltà e volessero lasciare la Libia. Solo questo è il significato: essere pronti ad una eventuale evacuazione”.
Alla base di quanto sta avvenendo in Libia e in altri paesi del nord Africa “vi è una somma di motivazioni, molte nobili ma alcune pericolose: sicuramente un anelito di libertà, in alcuni casi la povertà, ma ci preoccupa anche l’infiltrazione del terrorismo islamico, che c’é sicuramente nella Cirenaica, che secondo noi è già a forte rischio”. “Noi abbiamo il dovere, poiché la Libia è a un tiro di scoppio – ha aggiunto -, di essere prudenti e di non lasciarci andare a valutazioni troppo semplicistiche”.
Il governo italiano stanzierà dei fondi? “Temo di sì”, ha risposto La Russa, sottolineando che “c’é una forte azione italiana tesa a coinvolgere come responsabilità, e quindi come risposta, l’Europa. L’Europa, che si appresta probabilmente anche a mettere delle sanzioni che io considero comprensibili e giustificabili in linea d’ipotesi, però deve avere anche la responsabilità di contribuire alla soluzione”. Secondo La Russa, va bene “l’esecrazione generale”, ma poi “non avere dall’Europa un appoggio forte in termini di risorse, se non di condivisione di accoglienza come noi ci augureremmo, ci sembra veramente un atto di debolezza e non di forza dell’Europa”.
Si troverebbe ad una trentina di miglia al largo del porto di Misurata, in attesa dell’autorizzazione all’attracco, la nave della Marina militare Mimbelli, mobilitata dalla Difesa per far fronte alla crisi in Libia.