Non c’è spazio per i mafiosi nell’Associazione dei costruttori palermitani. A lanciare la nuova sfida per la legalità è stato Giuseppe Di Giovanna, presidente dell’Ance del capoluogo siciliano, nel corso delle manifestazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione della Cepima, la Cassa edile di Palermo. Stamani a Palazzo Forcella de Seta è stato presentato il volume “Cepima, 50 anni di storia”. Cento pagine patinate e tutte a colori, a tiratura limitata, che vedono la luce dopo sei mesi di lavoro dell’intero comitato di gestione della Cassa che ha raccolto immagini e dati di mezzo secolo di attività. “Far parte dell’Ance dovrà essere sinonimo di legalità perché non è più possibile accettare l’idea generalizzata che lega il comparto dell’edilizia alla criminalità mafiosa – ha spiegato Di Giovanna -. Il connubio tra mafiosità ed edilizia deve essere scardinato con impegno e costanza una volta per tutte. Per questo metteremo a punto degli strumenti che non siano solo l’espulsione di chi risultasse colluso, cosa che è un atto dovuto, ma anche norme che impediscano di associarsi a chi non è limpido e trasparente”. Un passaggio decisivo che non poteva che essere scritto durante le celebrazioni della fondazione della Cepima. “Trasparenza e legalità sono da sempre gli obiettivi della Cassa Edile – ha aggiunto Fabio Sanfratello, presidente dell’Ente bilaterale -. C’è un’altra sfida da vincere, quella contro il lavoro nero che mina la libera concorrenza. E’impossibile reggere il confronto con chi fa il furbo. Legalità vuol dire anche sicurezza sul lavoro. Gli sforzi della Cepima, negli anni, hanno fatto crescere l’intero settore, ed è su questa strada che dobbiamo insistere”.
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