La sfida troppo gentile di Micari |La scena è tutta per gli avversari - Live Sicilia

La sfida troppo gentile di Micari |La scena è tutta per gli avversari

Cancelleri e Fava duellano con Musumeci. Il rettore resta lontano dai riflettori.

PALERMO – Cancelleri sfida Musumeci. Musumeci chiama Sgarbi. Fava attacca Musumeci. Sgarbi dice sì a Musumeci. Cancelleri riattacca Musumeci. Fava accoglie i fuoriusciti dal Pd. Cuffaro fa sberleffi a Musumeci. Manca qualcosa? In effetti sì. Qualcuno non riesce proprio a finire sulla scena. È Fabrizio Micari, candidato di Orlando, Pd e centristi alla presidenza della Regione. La campagna elettorale comincia a scaldarsi, partono i primi fendenti, e la “sfida gentile” del rettore resta in ombra, defilata, lontana dalle luci della ribalta. Persino nei momenti deputati a ottenere visibilità. Come ieri, quando Micari ha presenziato alla presentazione della lista di Leoluca Orlando. Che s’è preso tutta la scena e tutti i titoli dei giornali. Con le sue stoccate al “fascio” Musumeci e allo “sfascio” grillino e con la sua parca e misurata auto-incoronazione da statista. A Micari son rimaste le briciole.

La scena è tutta per gli altri. Polemiche, colpacci, scambi al vetriolo. È la politica, bellezza. Micari però non c’è. Il rettore ha fatto della cifra “gentile” il suo tratto distintivo, anche nella comunicazione della sua campagna. E di certo potrà ribattere alle critiche sull’argomento che lui preferisce parlare di temi concreti in giro per la Sicilia, come in effetti in questi giorni sta facendo. Ma la politica è anche stare sul pezzo. E i suoi competitor più esperti stanno dimostrando di riuscirci.

Curioso ad esempio come da Pd e dintorni, e in particolare dal candidato presidente, non arrivi neanche il solletico all’indirizzo del candidato più avanti nei sondaggi, cioè Musumeci. Che peraltro offre agli avversari il fianco su due o tre punti deboli che Cancelleri prima e Fava poi hanno subito azzannato. Il grillino ha attaccato il politico col pizzo su alcune scelte discutibili in tema di candidati, poi sulla continuità con le esperienze di Cuffaro e Lombardo e ancora su una certa vaghezza in tema di proposte programmatiche. Fava oggi ha rincarato la dose, definendo Musumeci un candidato “con le mani legate” per via della sua compagnia di giro. Tema ripreso anche da Cancelleri che ha definito l’avversario “un Crocetta di destra”. Dal canto suo, Musumeci, da buon favorito schiva la tenzone e va avanti per la sua strada, raccogliendo nuove adesioni, l’ultima quella di Vittorio Sgarbi, che dopo i coup de theatre fra Morgan e Chiambretti, alla fine ha optato per il sostegno a #DiventeràBellissima.

Micari? Non pervenuto. Curioso che il candidato della parte politica che ha campato per diversi lustri di antiberlusconismo, non scocchi una freccia contro il candidato della destra, che peraltro è pure espressione dell’ala sovranista di Salvini e Meloni. Il Pd fin qui è sembrato più concentrato sul derby a sinistra con Fava. E il ticket con un vice “politico” come Giovanni La Via non ha offerto fin qui una spinta strategica almeno in termini di visibilità. Difficile aspettarsi da un candidato misurato come Micari grida e ruggiti. E apprezzabile lo sforzo di anteporre programmi e contenuti alla polemica. Ma per dimostrare la grinta di Gentile, da lui evocata ieri in conferenza stampa, restano ormai solo quaranta giorni.

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