Succede quasi ogni giorno, se non ogni giorno. Un cronista che avverte: guardate che c’è stato un altro incidente mortale. Un altro strappo irrimediabile, un altro mutuo aperto con un dolore che non sarà mai estinto, altri compagni e altre compagne di viaggio, genitori, figlie e figli, alle prese con la separazione estrema.
Perché succede? Questa è la domanda-rovello a cui ne segue subito un’altra: si potrebbe evitare? Una riflessione è necessaria, con una avvertenza preliminare: le singole tragedie già accadute hanno un contesto specifico che può essere valutato solo da chi compie gli accertamenti, caso per caso. Non è materia opinabile per sentito dire.
Dunque, la questione riguarda quello che deve essere schivato, non quello che è già successo. E’ possibile diminuire le telefonate che annunciano l’ennesimo incidente?
Le risposte sono diverse e argomentate. Ha detto Giovanni Teresi, consulente per la sicurezza stradale dell’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, papà che ha perso un figlio: “Se c’è un incidente sempre nello stesso punto, magari è un tratto che si presta a un eccesso di velocità, in questo caso serve l’installazione dell’autovelox”.
Il consulente ha aggiunto delle pertinenti osservazioni sullo stato di alcune strade e sui comportamenti alla guida. Circa il primo elemento auspichiamo interventi indifferibili. Ma nessun passaggio è sicuro se siamo tutti in balìa degli atteggiamenti irresponsabili di qualcuno.
Ogni giorno, nelle esperienze che condividiamo, c’è chi parla al telefonino senza auricolare, c’è chi non rispetta lo stop, c’è chi si sente furbo, c’è chi prevarica… Situazioni note e pericolosissime.
Fermiamo la strage per quanto è possibile, guidando con prudenza. Non è soltanto un modo di dire, ma un consiglio che può salvare la prossima vita a rischio.