La Sidra è "a secco" |Crediti per sei milioni - Live Sicilia

La Sidra è “a secco” |Crediti per sei milioni

Parco auto esagerato e vetusto, affitti passivi, servizi di vigilanza e morosità milionarie. Queste le voci che, secondo il segretario dell'Ugl, Carmelo Giuffrida, potrebbero essere tagliate e reinvestite nel servizio.

Il servizio idrico
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CATANIA – Si potrebbero risparmiare migliaia di euro e reinvestirli nel servizio idrico, ma nessuno sembra volerlo fare. Sono arrivati al punto di chiedere di poter fare qualche sacrificio in più pur di non vedere un’azienda in stallo, i dipendenti della Sidra, l’azienda che si occupa di fornire i servizi idrici, la cui situazione economica e gestionale è gravata da ingenti crediti non riscossi, ma anche da spese che potrebbero essere risparmiate. Oltre al credito vantato nei confronti del Comune, che ammonta a circa 40 milioni di euro e che risulterebbe difficile da recuperare, sarebbero molteplici, secondo l’Ugl, le voci da cui si potrebbe ottenere un risparmio.

“Il servizio di vigilanza non armato costa 33.000 euro l’anno – spiega Carmelo Giuffrida, segretario provinciale dell’Ugl – e consiste in due unità lavorative che indirizzano l’utente negli sportelli. Il contratto di affitto della sede in cui è ubicato l’archivio – prosegue – e che ospita solo 5 dipendenti costa 43.000 euro annui”. Non solo: Giuffrida evidenzia la quantità di allacci abusivi – circa 1100 quelli censiti dai dipendenti, che potrebbero essere verbalizzati – e l’enorme spreco di denaro per la manutenzione del parco auto che, senza considerare bolli e assicurazioni, solo di manutenzione si aggira intorno 35.000 euro annui. “E senza conteggiare la benzina – continua – che corrisponde a un costo non indifferente, dal momento che le auto sono vetuste e ad alto consumo”. Le vetture 63 in totale, sarebbero addirittura prive di Airbag. “E poi occorre intervenire sul recupero della morosità, che corrisponde a 6 milioni di euro circa– aggiunge – attualmente affidata ad una società esterna che, però, ha fermato gli accertamenti nel 2012”.

Giuffrida, dunque, oltre a lanciare l’allarme, propone anche delle soluzioni, inserite in un documento sottoscritto dai dipendenti nel corso di un’assemblea pubblica, e inviato all’amministrazione comunale, come proprietà, e alla presidenza. Documento che ancora non ha ricevuto risposta. “Per seguire la vicenda è venuto appositamente in nostro segretario nazionale Ugl chimici Michele Polizzi – spiega Giuffrida – dal momento che i nostri appelli non sono stati ascoltati. Per questo – aggiunge – mi sono rivolto alla segreteria nazionale: perché è inconcepibile che chiedano sempre sacrifici ma poi non riescano a fere scelte che possano rendere efficiente un’azienda come questa che, gestita al meglio, può portare vantaggi, agli utenti e alle casse del comune. Chiediamo un confronto serrato, un piano industriale che dipinga il futuro dell’azienda e una gestione manageriale capace di prendere scelte importanti che al momento nessuno sembra voler prendere”.

Un attaccamento particolare da parte dei dipendenti che, nonostante le minacce e il lavoro duro, continuano a chiedere interventi non certo a loro vantaggio, pur di vedere l’azienda idrica camminare sul mercato in modo sano ed efficiente, con grande senso di responsabilità e che, in caso di silenzio, sono pronti a dare vita a un’assemblea permanente. “Serve un cambio di rotta urgente” -continua Giuffrida. Nel frattempo, la questione è approdata anche in consiglio comunale, con l’interrogazione presentata dai consiglieri di opposizione Carmelo Sgroi e Salvatore Tomarchio. Un atto in cui i due consiglieri chiedono di conoscere le idee dell’amministrazione relative al futuro della Sidra.

“Dall’analisi sullo stato di salute della società – afferma Sgroi – ci siamo resi conto che ci sono ancora alcune criticità da risolvere. Una di queste, sono proprio gli sprechi che i dipendenti, con grande spirito di servizio, hanno segnalato – prosegue – ma un’altra, su cui abbiamo puntato l’attenzione, è l’assenza di una guide che, con spirito manageriale, faccia scelte strategiche per il rilancio dell’azienda”. Serve un piano industriale, secondo Sgroi e Tomarchio, che consenta di programmare interventi e investimenti a lungo termine. “Chi si illude di poter rientrare del credito vantato nei confronti del Comune – conclude – si sbaglia. L’azienda deve essere messa in condizione di andare avanti sulle proprie gambe”.


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