SIRACUSA – È l’udienza più attesa. Quella in cui sarà esaminato Francesco Squillaci, il pentito che ha riaperto il caso sulla strage di Lentini. Del triplice omicidio al bar Golden del 1991 di Salvatore Sambasile, Salvatore Motta e Cirino Catalano è accusato il capomafia Sebastiano Nardo. Il processo, che è uno stralcio della maxi inchiesta Thor della Dda etnea e si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Siracusa, è alle fasi finali. A settembre il pm Rocco Liguori rivolgerà le domande al collaboratore di giustizia Squillaci, detto Martiddina, su quell’agguato che ha coinvolto due giovani innocenti, colpevoli solo di essere andati a prendere un caffè nel giorno sbagliato. In un giorno maledetto.
Nel processo hanno sfilato investigatori, collaboratori di giustizia e testi. Le varie testimonianze hanno rimesso in fila le caselle. Per l’accusa – rappresentato dal pm Rocco Liguori –
sarebbe stato “chiesto “ ai catanesi da Sebastiano Nardo. Tutto al fine di punire Sanbasile che stava allargando i suoi affari illeciti in “territori” che secondo il capomafia “appartenevano ai Nardo”.
Il gruppo di fuoco, quindi, avrebbe agito per fare un favore “all’alleato” siracusano. Il clan Nardo da decenni ormai rappresenta Cosa nostra a Lentini.
A fine settembre cominceranno le discussioni delle parti.