PALERMO – Avrebbero indotto quattro giovani donne a prostituirsi all’interno del Parco della Favorita, riducendole ad uno stato di totale sottomissione e costringendole a vivere all’interno della propria abitazione: un mini appartamento del centro di Palermo all’interno del quale le donne erano soggette a controlli ferrei. Una coppia di nigeriani, Lucky Terry, 38 anni e Kate Aiwuyo, 44 anni, è finita in manette con l’accusa di istigazione e favoreggiamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e violenza privata.
Ma non è tutto. I due aguzzini, infatti, dovranno rispondere anche dei reati di estorsione e favoreggiamento della permanenza abusiva di clandestini in territorio nazionale. La coppia, dopo aver reclutato le donne (tutte nigeriane) pretendeva infatti il pagamento di cifre esorbitanti con la promessa della tanto agognata “libertà” per poi far arrivare le ignare vittime in Italia, privandole di tutto e assoggettandole al proprio volere. L’operazione, eseguita dagli agenti della polizia di stato appartenenti alla sezione “Investigativa” del commissariato “San Lorenzo” è scattata in seguito alla coraggiosa denuncia di una delle giovani vittime, a cui ne sono seguite altre tre dopo poco tempo, che ha portato le forze dell’ordine a dare avvio alle indagini e smascherare l’attività illecita. Denunciati anche due italiani, M. M e G.A, coinvolti nel reato di favoreggiamento dell’ingresso abusivo e cessione di alloggi a cittadini stranieri.
A fare luce sulla vicenda le dichiarazioni rilasciate in questura da una delle giovani vittime a cui, per riservatezza, è stato dato il nome di Bianca. Per permettere alla donna di raggiungere l’Italia la coppia avrebbe preteso ben 65 mila euro. Una cifra di non poco conto ma immediatamente sborsata in cambio del riscatto personale. O almeno così pensava Bianca prima di giungere in terra nazionale. All’arrivo, poi, l’amara scoperta e l’inizio dell’incubo: la giovane nigeriana è stata da subito costretta a “vendere” il proprio corpo, giorno dopo giorno, all’interno della Favorita. Particolari agghiaccianti quelli emersi nel corso delle indagini. Bastava una piccola ribellione e tutto veniva messo a tacere con botte e minacce. Le donne erano prive di muoversi liberamente, seguite ad occhio e soggette a continui controlli e vessazioni. Un lungo calvario conclusosi oggi con l’arresto dei due malfattori. Le cittadine nigeriane, al momento, godono di un permesso di soggiorno speciale ed hanno già iniziato un percorso di recupero e reinserimento sociale.