PALERMO – Il suo ritorno all’Ars non è ancora stato sancito ufficialmente ma il rientro di Giuseppe Laccoto tra i settanta di Sala d’Ercole segnerà un punto a favore di Italia viva e non del Pd, dove il deputato messinese ha militato negli ultimi anni. Laccoto, esperto parlamentare eletto già per quattro volte a Palazzo dei Normanni e che ha vinto il primo round di una battaglia legale con Franco De Domenico, è stato infatti nominato coordinatore provinciale dei renziani a Messina. Un coordinamento che, come accade anche per le altre otto province, condividerà con una donna: Lucia Tindara Puliafito. La nomina avrà una ricaduta sul Parlamento regionale.
Il pallottoliere di Palazzo dei Normanni, però, è ancora fermo dal momento che l’insediamento di Laccoto tarda ad arrivare. A novembre il Tribunale di Palermo ha accolto le ragioni del politico messinese che aveva presentato ricorso contro De Domenico sostenendone la sua ineleggibilità. Quest’ultimo, all’epoca della sua elezione, era direttore generale dell’Università di Messina e il fatto che l’Ateneo sia destinatario di finanziamenti regionali poneva il candidato del Pd in una condizione di ineleggibilità. De Domenico, che ha presentato ricordo, aveva obiettato tra l’altro di essersi messo in aspettativa. Il procedimento si era arrestato per una questione sollevata davanti alla Consulta che si è pronunciata nei mesi scorsi in modo sfavorevole a De Domenico. Il Tribunale con ordinanza ha dunque sostituito De Domenico con il primo dei non eletti per il Pd a Messina, Laccoto appunto.
Facile a questo punto prevedere che il ritorno del sindaco di Brolo all’Ars segnerà un punto a favore dei renziani, che passeranno da quattro a cinque parlamentari. Il Pd, invece, scenderebbe da otto a sette componenti.