Acqua inquinata a Trapani, ristretto il campo a via Nausica

L’acqua inquinata a Trapani, si restringe il campo d’indagine

Procedono le analisi batteriologiche

TRAPANI – Continuano i lavori a Trapani per scoprire le cause dell’inquinamento dell’acqua, dopo che negli scorsi giorni alcune persone – fra cui anche un bambino – sono rimaste infettate. I risultati delle analisi batteriologiche hanno permesso di restringere il campo al tratto di via Nausica, compreso fra via Nino Bixio e via Papa.

Le zone coinvolte all’inizio

Un passo in avanti importante, dato che la zona coinvolta in questo momento è molto più ristretta rispetto a quella in cui erano stati effettuati i primi controlli e dove, per questo motivo, il sindaco Giacomo Tranchida aveva disposto il divieto di utilizzare l’acqua potabile. Erano sette, in totale, le strade di Trapani coinvolte: oltre a piazza XXI Aprile, il divieto era esteso anche a tutta via Dalmazia e diversi tratti di alcune vie del centro, come via Nicolò Fabrizi e via Nino Bixio (fra via Livio Bassi e via Nausica), via XX Settembre (fra via Bixio e via Col Romej), via Nausica (dalla via dei Gerani a piazza XXI Aprile) e via dei Mille (fra piazza XXI Aprile e via Livio Bassi).

Attacchi dal M5s

Una situazione che però ha creato diversi disagi ai cittadini, allarmati per i due casi di legionella registrati negli scorsi giorni in centro. Proprio su questo si sofferma la deputata regionale trapanese del M5S Cristina Ciminnisi: “Le notizie – dice – accrescono la preoccupazione dei cittadini. L’inquinamento potrebbe essere diffuso anche in altri punti della rete idrica urbana e non più circoscritto nelle aree indicate dalle ordinanze. Una vicenda che va avanti da diverse settimane e ancora fuori controllo è roba da terzo mondo. L’emergenza è strutturale e serve un cambio di passo”. Per la coordinatrice dei Cinquestelle in città, Francesca Trapani, invece, i problemi principali sono stati causati “dalla mancanza di una adeguata campagna di comunicazione e informazione. Molti cittadini – aggiunge – non hanno chiuso per tempo i contatori: la gestione dell’emergenza è stata superficiale e approssimativa”.

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